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Intervista al CEOforLIFE Raffaele Fusilli, CEO Renault Italia

Redazione Ansa

A marzo scorso, alla vigilia delle elezioni europee, Luca de Meo, CEO di Renault Group, ha inviato una lettera ai principali decisori e stakeholder europei, con quale obiettivo?
L’industria europea dell’auto è fortemente impegnata nella transizione energetica. Si tratta di un impegno importante che comporta investimenti per 250 miliardi di euro e che richiede la creazione di un quadro di riferimento chiaro e stabile. In vista dei dibattiti che alimenteranno la campagna elettorale, Luca de Meo ha ritenuto opportuno far sentire la propria voce con l’intento di contribuire alle scelte sulla politica giusta, quella cioè che consentirà all’industria europea di affrontare tutte le attuali sfide tecnologiche e geopolitiche. Il suo è un appello a istituzioni, cittadini, protagonisti del settore energetico e del software, affinché collaborino in modo sinergico per creare un nuovo ecosistema di mobilità in Europa e sviluppare un’industria sostenibile e competitiva. 

Quali sono le sfide principali che devono affrontare in Europa gli operatori del settore automotive?
Innanzitutto, la decarbonizzazione: dobbiamo azzerare le emissioni dei veicoli entro il 2035, un’ambizione enorme che solo il settore automotive sta affrontando. In secondo luogo, la rivoluzione digitale, perché il software assumerà un ruolo sempre crescente nella nostra industria. Altra sfida importante è quella derivante dai regolamenti: ogni anno, infatti, vengono introdotti nell’Unione Europea da 8 a 10 nuovi regolamenti; viene chiesto alle auto di essere più sofisticate ed efficienti in termini di consumi, ma al tempo stesso meno costose. Per soddisfare queste esigenze, i costruttori hanno delocalizzato la produzione e aumentato i prezzi dei veicoli con un conseguente invecchiamento del parco circolante. Altre sfide sono la volatilità tecnologica e quella dei prezzi: le nuove tecnologie comportano costi elevati ma possono risultare obsolete dopo pochi anni, mentre il prezzo delle materie prime critiche (CRM) è soggetto a forti oscillazioni.

In un passaggio della Letter to Europe, de Meo scrive: «Gli Stati Uniti incentivano, i cinesi pianificano, gli europei regolamentano». Può spiegare questi tre approcci?
Nella battaglia sui veicoli elettrici, oggi si fronteggiano tre strategie radicalmente diverse. La Cina supporta l’industria: già dal 2012 il governo ha deciso di concentrarsi sui veicoli elettrici con l’obiettivo che la sua industria dell’auto domini il mercato globale. Ha introdotto, quindi, normative per incoraggiare i produttori a migliorare le prestazioni dei loro modelli ed incrementare le vendite e ha investito fortemente in tutti i settori coinvolti nel ciclo di vita dell’auto elettrica. La Cina ha, dunque, un grande vantaggio competitivo nell’intera catena del valore dei veicoli elettrici. Gli Stati Uniti incentivano: l’obiettivo del programma IRA è incoraggiare gli investimenti e rafforzare la propria base industriale. Si è concentrato in particolare sui veicoli elettrici: solo i modelli assemblati negli Stati Uniti e con componenti locali possono beneficiare di incentivi all’acquisto, e ciò stimola le vendite. In questo scenario, l’Europa regolamenta: in media, da qui al 2030 le varie direzioni della Commissione europea introdurranno da otto a dieci nuovi regolamenti l’anno, una situazione estremamente svantaggiosa per le imprese che spesso sono costrette ad adattarsi al ritmo serrato di applicazione di queste nuove normative, mobilitando notevoli risorse ingegneristiche per studiarne l’applicazione. L’Europa dovrebbe proteggere il proprio mercato ma dipende dalla Cina per le forniture di litio, nichel e cobalto e da Taiwan per i semiconduttori. Ha anche interesse ad imparare dai costruttori cinesi che hanno una generazione di vantaggio in tema di prestazioni e costi dei veicoli elettrici, software e velocità di sviluppo di nuovi modelli (1,5-2 anni contro 3-5 anni). Le relazioni con la Cina dovranno essere gestite al meglio.


Affinché l’Europa possa recuperare il ritardo, Luca de Meo propone 10 grandi progetti europei in ambiti strategici, tra settori pubblici e privati, può illustrarci i più rilevanti?
Innanzitutto, promuovere auto di piccole dimensioni, per l’utilizzo urbano, a prezzi accessibili sviluppate in Europa e accelerare il rinnovo del parco circolante creando un fondo europeo per distribuire le risorse ai Paesi come per il piano di ripresa post-COVID. Una sorta di Piano Marshall europeo per ridurre fortemente le emissioni di CO2. A livello nazionale, si potrebbero introdurre incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, nuovi o usati, in modo strutturale, per un periodo di dieci anni.
Un altro progetto riguarda lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici e della tecnologia vehicle-to-grid: si auspica che la Commissione europea elabori un piano per facilitare uno sviluppo più rapido di punti di ricarica, implementi un quadro che assegni energia verde e a basso costo alla rete di ricarica, estenda la durata delle concessioni delle infrastrutture di ricarica per attrarre più operatori ed incoraggi lo sviluppo della tecnologia Vehicle-to-Grid definendo standard comuni per i progetti futuri.
Un’altra idea è raggiungere la sovranità di approvvigionamento per le materie prime critiche creando un’organizzazione a livello europeo in grado di garantire il fabbisogno di materie prime sensibili, negoziando direttamente con i Paesi produttori. Luca de Meo auspica anche una standardizzazione del "software-defined vehicle" affinché i costruttori possano progettare dei software-defined vehicle a prezzi accessibili, mettendo in comune alcuni sviluppi e definendo degli standard. Un altro progetto proposto riguarda il riciclo delle batterie, per mettere in comune la gestione dei rifiuti delle batterie. Questo obiettivo potrà essere raggiunto sviluppando la cooperazione tra partner industriali per creare esperti di riciclo per ogni tecnologia di batteria, facilitando lo sviluppo di progetti di riciclo attraverso partnership in Europa con chi possiede queste tecnologie, cinesi inclusi. Il nostro CEO propone, infine, di aumentare la competitività dell’Europa nei semiconduttori, attraverso un investimento strategico in R&Se di rivoluzionare le consegne dell’ultimo miglio, definendo un quadro di riferimento per la creazione di nuove aziende europee specializzate in soluzioni elettrificate per le consegne urbane.
 

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