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Intervista a Luigi Ferraris, Amministratore Delegato, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - parte 1

Redazione Ansa

Obiettivo principale della strategia di Sostenibilità di Ferrovie dello Stato è quello di costruire un ecosistema di mobilità sostenibile e logistica integrata che possa contare su infrastrutture interconnesse e resilienti: in che modo il Gruppo FS si sta impegnando per raggiungere un così sfidante obiettivo?

Come Gruppo FS siamo impegnati in una grande e importante sfida: rendere la mobilità più moderna, integrata, resiliente e, appunto, sostenibile. La stessa Unione Europea ci ricorda che, senza un concreto rilancio della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci, in appena dieci anni avremo sulle strade tra i 700 e gli 800 mila veicoli commerciali in più. Tocca a noi, quindi, favorire il trasporto collettivo rispetto a quello privato e la logistica multimodale. Lo stiamo facendo con investimenti che porteranno a far crescere del 20% la capacità della nostra rete. Un più alto numero di corse e una maggior frequenza, insieme a una sempre più capillare integrazione con la gomma, contribuiranno ad esempio a un aumento del 30% dei passeggeri su treni e bus. Non solo, tra i target da raggiungere c’è anche l’esigenza di raddoppiare la quota di merci su rotaia. E ancora, la necessità di ridurre la distanza tra il Nord e il Sud del Paese e la volontà di contribuire alla transizione ecologica raggiungendo la carbon neutrality nel 2040, ovvero dieci anni prima dell’obiettivo fissato dall’Europa. Tutto questo è previsto nel nostro Piano industriale decennale che include un consistente piano di investimenti valutato a maggio scorso sui 190 miliardi di euro. Un piano che parte dai fondi previsti dal Pnrr, di cui il Gruppo FS è soggetto attuatore per ben 25 miliardi e mezzo tra Pnrr e Fondo complementare, e traguarda anche oltre il termine del 2026 per rendere le infrastrutture di mobilità del nostro Paese sempre più moderne, interconnesse e resilienti. Non va neppure dimenticato che parliamo di un patrimonio attuale di infrastrutture con un’età media intorno a 60 anni.

Come annunciato nel Piano industriale 2021/2031 il Gruppo Ferrovie dello Stato si sta impegnando per valorizzare le potenzialità delle diverse Società del Gruppo e le loro sinergie attraverso l’individuazione di quattro nuovi Poli?di business. Quali sono gli obiettivi e le missioni che perseguono?

La riorganizzazione del Gruppo FS lanciata con il Piano industriale è già partita da alcuni mesi. La holding svolge funzioni di indirizzo, coordinamento, controllo strategico e finanziario sulle capogruppo di settore. I quattro nuovi Poli (Infrastrutture, Passeggeri, Logistica e Urbano) aggregano al loro interno le diverse società che svolgono mestieri simili e hanno missioni omogenee. La parola chiave, qui, è sinergia: tra le società che fanno parte del Polo, ma anche tra gli stessi Poli. Il nuovo Polo Infrastrutture, ad esempio, ha come capofila RFI con Anas, Italferr e la parte infrastrutture di Ferrovie del Sud Est: determinante sarà il ruolo nel realizzare opere stradali e ferroviarie accessibili, integrate e dialoganti tra loro (basti pensare che Anas e RFI gestiscono 50 mila chilometri tra linee ferroviarie e strade, quasi 4 mila gallerie e oltre 40 mila tra ponti, sottovie e viadotti). La capogruppo del Polo Passeggeri è invece Trenitalia, con Busitalia e Ferrovie del Sud Est, in un’ottica di soluzioni di mobilità sempre più integrate tra ferro e gomma. Per il Polo Logistica la capogruppo è Mercitalia Logistics, con sette società operative a livello nazionale e internazionale, come Mercitalia Rail, Tx Logistik e Mercitalia Intermodal. Obiettivo è raddoppiare la quota traffico merci su rotaia lavorando in una prospettiva di sistema anche attraverso la partnership con gli autotrasportatori per il cosiddetto primo e ultimo miglio, vale a dire per i punti di accesso a porti, aeroporti e centri logistici. Il Polo Urbano ha infine il compito di gestire e rigenerare il patrimonio immobiliare fondiario del Gruppo, valorizzando i 30 milioni di metri quadri tra aree dismesse e binari inutilizzati presenti in tutta Italia, favorire l’integrazione modale nei centri urbani e una logistica per la prima e per l’ultima fase della catena di approvvigionamento.

 

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