CEOforLIFE

Intervista al CEOforLIFE Luca Burrafato, Head of Med Countries, Medio Oriente e Africa, Euler Hermes

Redazione Ansa

Come Euler Hermes, avete recentemente condotto uno studio in collaborazione con Format Research riguardo l’approccio delle imprese al tema dello sviluppo sostenibile. In base ai risultati della vostra Indagine, in che modo le aziende stanno diventando protagoniste della green transition? E come investire sulla sostenibilità avrà un impatto positivo sul loro business?

«I risultati della ricerca che abbiamo commissionato ci offrono una doppia chiave di lettura. In primo luogo le imprese hanno compreso che non si può più fare business senza essere sostenibili. In secondo luogo, e a mio avviso ancora più importante, molte di esse sono ormai convinte che essere sostenibili non sia solo un dovere morale, ma un acceleratore della crescita.

Oltre il 50% delle imprese intervistate si è detto infatti convinto che il processo di transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività. In sostanza, politiche “green” contribuiscono al miglioramento del business. Un paradigma condiviso soprattutto tra le grandi imprese. Il 71,9% delle aziende di dimensioni maggiori considera la transizione green come uno strumento utile al proprio business. Tra queste, spiccano le aziende manifatturiere del Nord Italia, le imprese impegnate nella ricezione turistica e alberghiera, ma anche tante grandi aziende attive nel Mezzogiorno.

Appena il 4% degli intervistati ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. Questi dati confermano quindi la propensione generale del mondo produttivo verso questo cambio di paradigma.

La sostenibilità intesa non più come obbligo ma come traino della crescita. Noi di Euler Hermes siamo ormai in prima fila nell’ambito di questo processo di cambiamento, tanto da aver inserito gli ESG (i principi della Environmental, Social and Corporate Governance) tra gli strumenti che utilizziamo per calcolare i rating dei paesi e delle imprese stesse.

Aver compiuto questo passo è una grande conquista per il mondo dell’assicurazione del credito che di fatto rispecchia il cambiamento profondo che si è consumato tra le imprese, sempre più attente ai temi della sostenibilità e sempre più decise a riscrivere i loro modelli produttivi in chiave “green”».

La mobilità è strettamente connessa al tema della sostenibilità. Dal vostro punto di vista, quali possono essere gli asset su cui puntare nel medio-lungo periodo per rendere il sistema dei trasporti più sostenibile?

«Oggi il mondo, e in particolare l’Europa, ha compreso finalmente quanto la sostenibilità sia diventata un valore strategico anche per il business. L’Unione europea, dal canto suo, ha riservato a innovazione e sostenibilità proprio il posto d’onore nel piano di rilancio economico Next-Generation EU. Nell’ambito della sostenibilità, la mobilità occupa un ruolo decisivo, tanto nell’alveo dei progetti europei e di quelli che – a valle – anche il nostro Paese ha deciso di adottare (vedi gli investimenti annunciati dal governo nelle infrastrutture di trasporto sostenibili come i treni ad alta velocità), quanto nel percepito collettivo perché proprio il congestionamento così come l’utilizzo di mezzi inquinanti per il trasporto privato così come per quello commerciale sono ad oggi alcune delle principali cause di inquinamento.

La mobilità sostenibile diventa quindi un asset per le persone ma soprattutto per le imprese. I treni ad alta velocità, su cui l’Italia sta investendo tanto attraverso la costruzione della linea Napoli-Bari, della Genova-Milano, ma anche dell’alta capacità tra Catania e Palermo, sono uno degli strumenti di questa nuova primavera “green”. Una primavera che dobbiamo portare anche dentro le grandi città, ripensando – come stanno facendo da anni grandi metropoli mondiali – ai modelli di sostenibilità cittadina. Anche qui lo sviluppo delle linee metropolitane, come stanno facendo Milano e Roma, è essenziale per ridurre congestionamento e inquinamento. Da Parigi a Londra, le metropoli europee stanno investendo su progetti grandiosi di mobilità sostenibile, penso ad esempio al Grand Paris Express, l’enorme linea metropolitana che collegherà tutte le periferie della metropoli, e questo ci dà il senso dell’importanza di questo asset per il nostro sviluppo. Noi di Euler siamo vicini alle imprese che occupano posizioni di primo piano all’interno di questa trasformazione. Perché la trasformazione verso una mobilità sostenibile è anche un percorso di sviluppo produttivo nel quale sono coinvolge migliaia di imprese di piccole, medie e grandi dimensioni».

Qual è il valore aggiunto dell’essere parte della Community di CEOforLIFE nel raggiungimento dei vostri obiettivi di sostenibilità?

«Essere parte di questa Community significa per noi condividere intenti, visione, orizzonti comuni. Significa mettere a sistema con altri manager e con altre imprese le nostre esperienze, le best pratice formate sul campo per imparare nuovi modelli di sviluppo sostenibile e dall’altro lato per condividere con gli altri le nostre conquiste in questo campo.

Da anni Euler Hermes è impegnata per sostenere attraverso le proprie imprese partner una transizione a modelli economici “green”. Questa Community è uno degli strumenti essenziali perché queste filosofie possano essere condivise.

Oltre a questo, CeoforLife è divenuto ormai la metafora di un viaggio da condividere con altri, l’occasione di mettersi tutti dalla stessa parte creando una comunità autorevole e numerosa che abbia una forza d’urto sul mercato e nell’economia del nostro Paese. Una comunità di manager e imprese che ha messo la sostenibilità e i processi per raggiungerla al centro dei propri modelli di business e che, portando al di fuori e sul campo le proprie esperienze, possa trasformarsi in un altro acceleratore di sviluppo. Uno sviluppo finalmente “green”».

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