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La sottile linea rossa che collega acqua, prosperità e pace

Redazione Ansa

Non ci può essere futuro di pace e prosperità senza una corretta gestione della risorsa idrica. È la sintesi dell’edizione 2024 del rapporto “Water for prosperity and peace” pubblicato nelle scorse settimane da Un-Water e Unesco. Se da un lato il progresso in una di queste dimensioni può avere ripercussioni positive sulle altre, allo stesso tempo, povertà, disuguaglianza, tensioni sociali e conflitti possono amplificare l’insicurezza idrica.

Target distanti

Nessuno dei target del Goal 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari – dell’Agenda 2030 è sulla buona strada per essere raggiunto. Nel 2022, 2,2 miliardi di persone non avevano accesso all'acqua potabile e 3,5 miliardi non potevano contare su servizi igienico-sanitari adeguati. Circa la metà della popolazione mondiale attualmente sperimenta una condizione di grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno e un quarto della popolazione mondiale si trova ad affrontare livelli “estremamente elevati” di stress idrico, utilizzando più dell’80% della disponibilità annuale di acqua dolce rinnovabile.

L’agricoltura, come si vede nella figura, rappresenta circa il 70% dei prelievi di acqua dolce, seguita dall’industria (circa il 20%) e dagli usi domestici (circa il 10%). Queste ultime due componenti sono i principali motori dell’aumento della domanda di acqua. Man mano che le economie si industrializzano, le popolazioni si urbanizzano e i sistemi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari crescono. Gli effetti della crescita demografica non sono così evidenti, perché i posti con la crescita demografica più rapida sono spesso quelli in cui il consumo idrico pro capite è più basso.

La connessione tra acqua, pace e prosperità

Il Rapporto afferma che l’acqua “non è un frequente catalizzatore di conflitti”. Anzi, quando scoppiano le guerre, l’acqua ne diventa vittima, insieme alle popolazioni. Per questo, gli attacchi nei confronti di infrastrutture idrauliche civili “costituiscono una violazione del diritto internazionale” e devono essere oggetto di “seria condanna” da parte della comunità internazionale. L’acqua favorisce la prosperità perché soddisfa i bisogni fondamentali garantendo salute, sviluppo economico, sicurezza alimentare ed energetica. Se le infrastrutture di gestione delle risorse idriche sono correttamente sviluppate, sono in grado di promuovere crescita e prosperità immagazzinando una fornitura idrica affidabile e fornendola ai vari settori economici. Allo stesso modo, sistemi di approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari sicuri, accessibili e ben funzionanti migliorano la qualità della vita. La cooperazione sulla gestione delle risorse idriche ha generato risultati di pace. Le comunità locali sono state promotrici di accordi di collaborazione che hanno alleviato le tensioni locali, posto fine a controversie e ricostruito la pace in contesti postbellici.

Al contrario, sottolinea il Rapporto, le disuguaglianze nell’allocazione delle risorse idriche, nell’accesso all’approvvigionamento e ai servizi igienico-sanitari e nella distribuzione dei benefici sociali, economici e ambientali possono essere controproducenti per la pace e la stabilità sociale. Gli impatti del cambiamento climatico, dei disordini geopolitici, delle pandemie, della migrazione di massa, dell’inflazione e di altre crisi possono esacerbare le disuguaglianze nell’accesso all’acqua. In quasi tutti i casi, i gruppi più poveri e vulnerabili sono quelli che corrono i maggiori rischi per il proprio benessere e per i propri mezzi di sussistenza.

Tecnologie e investimenti

 Il documento conclude identificando una serie di settori su cui intervenire: la governance dell’acqua, la scienza e la tecnologia, lo sviluppo delle competenze e i finanziamenti. Una governance efficace dell’acqua deve prevedere un’azione collettiva e multilivello capace di superare le tensioni e correggere le ingiustizie relative all’accesso alla risorsa idrica. I sistemi di risorse idriche non possono essere progettati e gestiti in modo efficace senza che siano disponibili dati e informazioni adeguati riguardanti la disponibilità, la quantità, la qualità e la domanda. Per questo serve implementare la gestione dell’acqua con strumenti di telerilevamento, sensori avanzate e intelligenza artificiale. Soluzioni che permettono di rilevare e analizzare grandi quantità di dati utili per una gestione efficace.

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In parallelo, serve investire nelle competenze, perché nonostante siano stati compiuti importanti progressi nell’adozione di nuove tecnologie, il divario tra la gravità dei problemi idrici e la base di conoscenze e competenze disponibili per risolverli si sta ampliando in molti luoghi. In ultimo, è necessario utilizzare meglio le fonti di finanziamento esistenti e mobilitare nuovi capitali, compreso un maggiore sostegno internazionale ai Paesi in via di sviluppo.

Leggi il Rapporto

 

di Tommaso Tautonico

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