ASviS

Giornata internazionale delle ragazze nelle Ict: a che punto siamo in Italia?

Redazione Ansa

di Francesco Ottaviani, area Ricerca ASviS, research associate evaluation lab, Fondo per la Repubblica digitale; Maria Paola Pagliarulo, research associate evaluation lab, Fondo per la Repubblica digitale

 


Nonostante la crescente attenzione verso il tema della parità di genere, le discriminazioni nei confronti delle donne continuano a manifestarsi nella società in varie forme, dalla violenza domestica fino alle disparità economiche e alla scarsa rappresentanza delle donne negli organi decisionali. La lotta a questo tipo di discriminazioni si inserisce in un più ampio progetto di transizione verso uno sviluppo umano sostenibile, che considera la coesione sociale come uno dei suoi pilastri fondamentali.
Infatti, la parità di genere è stata introdotta tra gli obiettivi principali dell’Agenda Onu 2030, poiché, oltre a rappresentare un diritto umano fondamentale, contribuisce a promuovere l’equità sociale, la crescita economica e la lotta alla povertà. Una dimensione cruciale nel contrasto alle disuguaglianze di genere riguarda le disparità presenti nel mercato del lavoro: nel 2021, la retribuzione oraria lorda delle donne era in media inferiore del 12,7% rispetto a quella degli uomini nell'Unione europea. Inoltre, il gender gap nel tasso di occupazione era del 10,8%, con solo il 67,7% delle donne occupate nell'Ue, rispetto al 78,5% degli uomini.
Secondo l'ultima analisi del 2023 sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa, diffusa dalla Commissione europea, una delle principali cause del divario salariale di genere risiede nella cosiddetta "segregazione orizzontale". Questo fenomeno, responsabile di circa il 24% della disparità retributiva di genere, vede una marcata sovrarappresentazione femminile nei settori meno remunerativi, quali sanità, istruzione e assistenza sociale. Al contrario, le professioni con minor presenza femminile tendono a offrire salari più elevati, specialmente quelle che necessitano di avanzate competenze digitali. La pandemia di Covid-19 ha significativamente accelerato il processo di digitalizzazione già in atto, modificando la configurazione del mondo del lavoro e intensificando l'uso delle tecnologie digitali in varie professioni e settori. L'innovazione tecnologica ha pertanto ridisegnato il panorama occupazionale, automatizzando alcune figure professionali, rinnovandone altre e dando vita a nuove opportunità lavorative, precedentemente inimmaginabili.
Questa trasformazione nella struttura e nel contenuto del lavoro ha reso indispensabili le competenze digitali in diverse aree e professioni, evidenziando il rischio di una potenziale carenza di lavoratori qualificati in tali ambiti. In risposta a questa evoluzione, la domanda di skills matematiche e tecnico-scientifiche sul mercato del lavoro ha registrato un incremento trasversale a tutti i settori. Attualmente, vi è una forte richiesta di esperti Ict (tecnologie dell'informazione e della comunicazione), tuttavia, la composizione di genere in questi ruoli è fortemente sbilanciata a favore degli uomini, i quali rappresentano l’81,1% dei lavoratori del settore nell'Unione europea e l’84% in Italia nel 2022. Un tema che la Giornata mondiale delle ragazze nelle Ict, che quest’anno ricorre il 25 aprile, ricorda di affrontare sollecitando le riflessioni sulle barriere che ostacolano il coinvolgimento delle donne nel loro percorso verso un’istruzione e una carriera nel settore.
Sempre nel corso del 2022, si è osservato che, a livello europeo, il 65,4% dei professionisti nel settore Ict è in possesso di un titolo di laurea, una percentuale che scende al 39,6% nel contesto italiano. Questi ruoli nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione richiedono prevalentemente competenze Stem, acquisite attraverso percorsi formativi incentrati su scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.


Dal Focus Gender Gap 2023, elaborato da AlmaLaurea, emerge che nel 2021 in Italia i laureati in discipline Stem hanno rappresentato il 59,1% del totale, a fronte di una percentuale del 40,9% di laureate femminili in queste aree. I dati mostrano che le laureate in ambito Stem hanno avuto performance accademiche migliori rispetto ai colleghi uomini. Le donne hanno ottenuto un voto medio di laurea più elevato (104,2 su 110) rispetto al voto medio di laurea degli uomini (102,3) e una migliore prestazione in termini di rispetto dei tempi previsti per la fine del percorso accademico, con il 57,6% delle donne che ha concluso gli studi nei tempi previsti, rispetto al 53,0% per gli uomini.
Ciononostante, sia in termini di tasso di occupazione che di retribuzione, le laureate Stem sono penalizzate nel mondo del lavoro rispetto alle controparti maschili. Le analisi effettuate a cinque anni di distanza dal conseguimento del titolo evidenziano un divario nel tasso di occupazione di 3,2 punti percentuali, con un 94,1% per gli uomini a fronte di un 90,9% per le donne. Analogamente, a cinque anni dal titolo, il reddito medio delle donne è di 1.650 euro mensili, inferiore ai 1.845 euro percepiti in media dagli uomini, marcando una disparità salariale di 195 euro a favore del genere maschile.
La tematica relativa alla frequenza delle donne nelle discipline Stem è oggetto di numerose ricerche accademiche e anche di diverse politiche educative, soprattutto nell’ultimo decennio. L’azione 13 del Piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027) si concentra proprio sulla partecipazione delle donne alle discipline Stem. Tale azione, che si articola in tre attività fondamentali, ha l’obiettivo di stimolare l’inclusione delle donne nel settore digitale, soprattutto all’interno di percorsi di studio e carriere nell’area delle suddette discipline. 
L'indagine "She Figures" (2021) condotta dalla Commissione europea ha rivelato un calo dell'interesse delle donne verso il settore digitale, un fenomeno trasversale che coinvolge l'educazione, il lavoro e l'imprenditoria. Questa tendenza solleva interrogativi sulle ragioni di tale disaffezione femminile verso l'ambito digitale, invitando a un'analisi approfondita delle sue cause.
La radice di questo fenomeno può essere rintracciata nella cosiddetta gender segregation, ovvero nella discrepanza dei modelli di rappresentazione di donne e uomini nel mercato del lavoro, nella sfera pubblica, nel lavoro di cura, così come nelle scelte formative e professionali, differenze che emergono sin dalle prime fasi della vita. Questi stereotipi tendono a categorizzare le discipline in base al genere, orientando le decisioni legate al percorso di istruzione e alla carriera dei giovani, indipendentemente dalle loro effettive abilità. Ciò alimenta la divisione di genere nel mercato del lavoro, con settori caratterizzati da una marcata predominanza maschile o femminile: tale squilibrio non solo limita l'impiego di talenti femminili in determinati ambiti, ma aggrava anche la carenza di manodopera in alcune professioni.
Nel 2021, il panorama del lavoro nell'Unione europea ha mostrato un'evidente segregazione di genere, con meno di un quarto delle posizioni lavorative in bilico tra i generi e circa il 40% dei lavoratori impiegati in settori a prevalenza di un unico genere. Anche nei sottosettori economici, meno di un terzo ha raggiunto un equilibrio di genere.
Per comprendere il distacco femminile dalle Stem, diventa cruciale esaminare vari aspetti: le scelte educative durante la scuola secondaria, l'accesso e l'utilizzo delle risorse digitali e l'interesse per il settore digitale stesso. È inoltre fondamentale interrogarsi sull'esistenza di barriere all'accesso digitale che possano influenzare l'attrattiva verso questi campi.
Per analizzare le differenze di genere circa l’accesso di risorse digitali a casa e l’interesse nell’apprendere nuove conoscenze e skills relative al mondo digitale verranno utilizzati i dati Pisa della survey del 2022, che hanno come unità statistiche della rilevazione ragazze e ragazzi di 15 anni. Per la seguente analisi sono stati calcolati cinque indicatori per i 26 Paesi dell’Unione europea, differenziandoli in base al genere. Tali indicatori saranno presentati nei prossimi cinque grafici, in cui si mostreranno due valori per ogni indice per ogni Paese, uno relativo alle ragazze ed uno relativo ai ragazzi. La presente analisi mostra le differenze tra ragazze e ragazzi; pertanto, l’ordine dei Paesi nei grafici rispecchia per ogni indicatore tale differenza in ordine crescente di divario.
 

Continua a leggere su asvis.it

Leggi l'articolo completo su ANSA.it