ASviS

Arte e cultura sanno scuoterci nel profondo, la sostenibilità passa dalle emozioni

Redazione Ansa

di Flavia Belladonna

 

Una volta da bambina, durante una gita, partecipai a un laboratorio di riciclo creativo. Non ci avevano detto nulla, a parte portare una confezione in Tetrapak del latte.  L’associazione che curò l’attività ci fece trasformare quella scatola in un portafoglio tutto colorato, con l’aiuto di bottoni, ritagli di stoffa, forbici e colla, e ci fece visitare l’atelier, che trasformava materiali di scarto in borse e altri accessori.

Un’esperienza come tante, si dirà, eppure quell’attività creativa fece scattare in me qualcosa che non mi ha più lasciato. Mi sembrava così assurdo essere riuscita a trasformare una cosa inutile come una scatola che gettavamo tutte le settimane in qualcos’altro. Se ero riuscita a trasformare quello, quante altre cose avrei potuto trasformare? E così, ancora oggi, ho l’abitudine bizzarra che quando butto le cose, qualcosa me la conservo, per riutilizzarla o reinventarla: scatole per creare cornici con le mie figlie o per riorganizzare gli spazi, nastri di confezioni che diventano fasce colorate per vestiti o capelli, barattoli che diventano portamatite, e così via.

Ci sono esperienze, legate al mondo dell’arte e della cultura, che sono in grado attraverso le emozioni di lasciare una traccia e plasmare le nostre identità. Musei, opere artistiche, fotografie, spettacoli musicali e d’intrattenimento sono capaci di suscitare in noi meraviglia o turbamento, di farci capire cose a cui non avevamo pensato o che in fondo non avevamo davvero capito, di insegnarci a guardare qualcosa da prospettive diverse. Per questo sono strumenti potenti anche per generare una cultura della sostenibilità.

Questa settimana l’ASviS ha pubblicato un Position paper su organizzazioni culturali e sostenibilità, redatto dal Gruppo di lavoro “Cultura per lo sviluppo sostenibile”, in cui viene sottolineato che “L’intera Agenda 2030, nei suoi pilastri e articolazioni, costituisce la cornice di riferimento ideale per l’azione culturale”, considerato il “carattere intrinsecamente sostenibile” delle attività del settore, volte a orientare i cittadini nelle loro scelte future.

Le organizzazioni culturali sono fortemente impegnate per la tutela del patrimonio culturale e naturale (Target 11.4 dell’Agenda Onu) e per il raggiungimento di molti altri Obiettivi di sviluppo sostenibile, come raccontiamo nel Paper: basti pensare che nel 2022 l’83% delle istituzioni museali italiane e l’84% dei teatri hanno intrapreso interventi per la sostenibilità ambientale. Un impegno condotto nonostante i sostegni economici pubblici marginali: l’Italia è in fondo alla classifica Ue per la spesa culturale con solo lo 0,3% del Pil. Ma se “la cultura è il petrolio del nostro Paese”, sottolinea il documento, pensando anche alla capacità di attrarre il turismo, “allora è necessario che i settori culturali siano riconosciuti come una parte centrale del made in Italy”. Investire maggiormente nel settore è importante anche per aumentare i livelli del nostro consumo culturale, che sono tra i più bassi in Europa, con un tasso di partecipazione alle attività culturali inferiore al 50%, che diminuisce con l’aumentare dell’età.

Sollecitare la partecipazione culturale rappresenta un’urgenza se vogliamo cambiare i comportamenti verso modelli più sostenibili. Infatti, come avevamo spiegato già nel Quaderno ASviS sull’educazione alla cittadinanza globale“tutti gli Obiettivi di sviluppo di fatto si basano sul cambiamento comportamentale e una delle chiavi di lettura della cultura è la capacità di agire sui comportamenti umani e di motivarli in modo profondo”.

Ma quali sono le diverse modalità con cui il mondo dell’arte e della cultura si sono attivate e si stanno mobilitando per sostenere lo sviluppo sostenibile? Proviamo a fare il punto attraverso una selezione di casi concreti.

I MUSEI. Luoghi chiave di educazione e apprendimento, i musei stanno dedicando sempre più spazio ai temi della sostenibilità e del futuro. Il Muse, il museo delle scienze di Trento, ha inaugurato nel 2021 una galleria per la sostenibilità, in collaborazione con l’ASviS: un intero piano di 400 metri quadri dedicato ai principali fattori del cambiamento globale in atto, dalla questione climatica alla perdita di biodiversità, dall'aumento della popolazione mondiale alla lotta alle disuguaglianze sociali. Un luogo in cui poter scambiare informazioni, uno “‘spazio tempo’ dove si discute di complessità”, come spiegato dal direttore del Muse Michele Lanzinger all’inaugurazione. Protagonista della galleria la Sfera della Nooa (National oceanic and atmospheric administration), rappresentativa del mondo e delle sue sfide, che è stata anche al centro della prima puntata del Museo dei futuri, la trasmissione Rai nata da un’idea di Enrico Giovannini e Luca De Biase, in onda tutti i venerdì dalle 11.30 alle 12 su Radio3 Scienza e disponibile anche in podcast, che mette al centro oggetti, soluzioni e visioni per un futuro sostenibile.

Anche la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, uno dei musei più importanti in Italia per l'arte europea e americana del 20esimo secolo, è impegnata per sollecitare il dibattito sulla sostenibilità: dalle opere d’arte legate ai Goal dell’Agenda 2030 a eventi come “Art for a better future”, che hanno indagato il ruolo dell’arte come agente di cambiamento verso un futuro sostenibile, fino a iniziative di inclusione come “Io vado al museo” per le persone con background migratorio.

E poi Explora, il museo dei bambini di Roma, che offre un’esperienza di apprendimento innovativa e immediata su scienza e sviluppo sostenibile attraverso giochi, laboratori e attività interattive che i più piccoli possono svolgere in piena libertà. I percorsi sono dedicati ad approfondire le pari opportunità, il riciclo e l’economia circolare, l’energia dell’acqua e del vento, ad avvicinare all’economia e molto altro. Recentemente il museo, nato da una grande opera di riqualificazione urbana, ha realizzato il progetto di inclusione “Per tutti”, rimuovendo barriere e migliorando l’accessibilità.

Anche il Maxxi di Roma sta lavorando a un progetto (che si concluderà nel 2027) che pone al centro sostenibilità, inclusione e innovazione: il “Grande Maxxi” del futuro avrà laboratori e giardini didattici per una nuova coscienza ambientale, ridurrà i consumi energetici per tendere alla carbon neutrality e abbatterà barriere fisiche e cognitive.

In foto: il Piano della sostenibilità del Muse

L’ARTE NELL’AMBIENTE. Tra le forme d’arte che esulano i confini dei luoghi chiusi troviamo i murales, dipinti realizzati su pareti architettoniche, e la land art, una forma d’arte in armonia con la natura che utilizza l’ambiente per creare opere.

Tra i murales, alcuni realizzati anche in collaborazione con l’ASviS, c’è ad esempio il progetto Street art for rights, nato per sensibilizzare direttamente la comunità urbana, anche quella che vive nelle aree marginali della Capitale: 17 murales per risvegliare le coscienze, tanti quanti sono i Goal dell’Agenda 2030, realizzati a partire dalle facciate degli edifici popolari di Settecamini e Corviale. Mentre “Toward2030. What are you doing?” è il progetto voluto da Lavazza e dalla Città di Torino che, attraverso 18 opere murali nel capoluogo piemontese, sollecita con la forza comunicativa dell'arte l’azione per la salvaguardia del Pianeta. O ancora, il Muro dei 100 un mosaico in bioresina curato da Yourban, che attraverso 100 volti della sostenibilità (incluso quello della nostra presidente Marcella Mallen) racconta con positività l’impegno quotidiano per l’Agenda 2030. I murales sono realizzati ovviamente con materiali compatibili con l’ambiente e anzi, in alcuni casi, lo aiutano anche. Nel quartiere Ostiense di Roma, il collettivo Yourban2030 ha realizzato “Hunting pollution”, il murale anti-smog più grande d’Europa (un km2 di estensione) che ritrae una specie a rischio di estinzione adagiata su un barile di petrolio nel mare inquinato. Il più grande del Sud d’Italia si trova a Napoli e assorbe ogni giorno lo smog di 79 veicoli.  

È dell’artista franco-svizzero Saype invece il progetto di land art “Beyond walls”, una serie di dipinti di braccia che si afferrano realizzati sull’erba in varie città del mondo, inclusa Torino grazie al sostegno di Lavazza, per creare simbolicamente la più grande catena umana del Pianeta: “è con la convivenza che possiamo arrivare al cambiamento. Credo profondamente che solo rimanendo insieme l’umanità possa rispondere alle più granfi sfide del nostro tempo”, ha spiegato l’autore dell’opera durante l’evento Generazione 2030 del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020.

LA FOTOGRAFIA. Strumento di testimonianza e interpretazione, la fotografia offre un’occasione straordinaria per entrare in contatto con il mondo e riflettere su ciò che vediamo. Con “Un mondo sostenibile in 100 foto”, realizzato da Enrico Giovannini e Donato Speroni dell'ASviS, con foto a cura di Manuela Fugenzi, le sfide della sostenibilità sono raccontate attraverso 100 immagini corredate di testi. Dalla zampa di un’iguana marina per parlare dell’estinzione delle specie al campione indonesiano di surf che cavalca un’onda piena di rifiuti per ricordare la necessità di fermare il degrado del mare, da una bambina che attraversa il fiume Saigon su un pezzo di polistirolo usato come zattera per andare a scuola a un’altra circondata da lanterne solari per trattare il tema della povertà energetica.

Di energia (Goal 7) parla anche “Energy self portraits”, contest fotografico di Wame - Fondazione Aem che ha visto la partecipazione di oltre 300 persone da tutto il mondo per raccontare attraverso “ritratti energetici” il problema dell’accesso all’energia e le soluzioni offerte dalle rinnovabili. Tra i contest fotografici si segnala anche il Premio “Photo Iila”, indetto dall’Organizzazione internazionale italo-latino americana, che tra le diverse edizioni si è dedicata al Goal 5 “Parità di genere” (foto), a “Siamo ciò che mangiamo” riferito al Goal 2 “Sconfiggere la fame” (foto) e, nel 2023, al Goal 11 “Città e comunità sostenibili”.

Continua a leggere su asvis.it

 

Foto di copertina: l'artista Saype all'evento ASviS-Lavazza "Generazione 2030 - È ora di agire", fonte Lavazza

Leggi l'articolo completo su ANSA.it