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ASviS Live Costituzione: dare ai giovani formazione, fiducia e responsabilità

Redazione Ansa

Due anni dopo l’inserimento in Costituzione del principio di giustizia intergenerazionale, i cambiamenti nelle politiche pubbliche tardano a manifestarsi: serve una svolta per dare ai giovani maggiori opportunità e diritti. È quanto emerso dall’ASviS live “La giustizia tra generazioni: dalla modifica della Costituzione alla pratica”, che si è svolto giovedì 22 febbraio nel Salone della Biblioteca Casanatense a Roma e in diretta streaming. In occasione dell’evento, moderato dalla giornalista del Tg1 Elisa Anzaldo, è stato presentato il Policy brief ASviS “La partecipazione democratica giovanile: problemi attuali e possibili soluzioni”, a cura dei Gruppi di lavoro sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” e delle organizzazioni giovanili. L’incontro ha segnato anche l’ottavo anniversario dell’Alleanza e per l’occasione sono state diffuse diverse pubblicazioni sulla storia dell’Alleanza e sul percorso da seguire verso il 2030, oltre a un breve video riepilogativo delle attività.

Dopo il saluto di Cristiana Aresti, direttrice della Biblioteca Casanatense, ha aperto i lavori la presidente dell’ASviS Marcella Mallen: “Il riferimento all’interesse delle future generazioni va a cogliere esattamente il significato di sviluppo sostenibile. È una modifica che deve determinare un profondo cambiamento di politiche e comportamenti pubblici. Lo dico con una certa amarezza: questi cambiamenti ancora non si vedono, la politica non sta realizzando le azioni necessarie per far crescere la partecipazione giovanile alla vita pubblica”. Per Mallen dalle fragilità della democrazia rappresentativa può attivarsi un percorso di rigenerazione: “La partecipazione è una sfida aperta, che deve partire dai territori. Bisogna continuare a lavorare insieme, società civile e istituzioni, per accelerare la transizione verso la sostenibilità e salvaguardare i diritti fondamentali come il diritto al futuro”.

Il contesto sociale nel quale vivono le giovani generazioni è teso, contrappositivo, ha osservato Remo Lucchi, presidente dell’Advisory board di Eumetra, presentando la ricerca “Giovani, etica e ambiente. Benessere e sostenibilità”. Aumenta la distanza tra i cosiddetti Anywheres (adulti che vivono in una situazione di benessere) e i Somewheres (giovani più lontani dal benessere). E l’assenza di benessere tra i segmenti più giovani influenza in modo negativo il loro atteggiamento verso lo sviluppo sostenibile, con risvolti anche sui temi dell’inclusione. I dati sulla salute mentale, ha proseguito Lucchi, dicono che “un 47% di persone sta male e un 27% sta malissimo, concentrato massimamente nei segmenti giovanili”.  Ma c’è un altro dato su cui riflettere: la correlazione tra l’impennata dell’istruzione media superiore registrata in Italia negli ultimi 20 anni e il basso livello di frequentazione delle università. “La soluzione è aiutare i giovani a completare la formazione. Bisogna cambiare la scuola, non la scuola obbligatoria, ma la scuola desiderabile. Non bisogna umiliare e paralizzare i giovani”, ha sottolineato Lucchi.

Filippo Salone, co-coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16, ha aperto il primo panel richiamando il tema della cittadinanza, perché “sviluppo sostenibile vuol dire pieno godimento della cittadinanza e questo non è del tutto garantitoHa illustrato poi i dati del nuovo Policy brief (foto sotto), che fotografa un alto astensionismo elettorale giovanile (il 42% della fascia 18-34 anni non ha votato alle elezioni politiche 2022) e una diffusa sfiducia nella politica (il 77% dei 14-34 anni assegna un voto insufficiente ai partiti). “Il tema sono le aspettative disilluse, tradite. C'è la volontà di partecipare, con forme più contemporanee. Il decisore pubblico non ha messo degli ostacoli, ma è rimasto fermo”, è stata la sua analisi. Tra le proposte principali dell’ASviS: consentire, fin dalle prossime elezioni europee e amministrative, il voto a distanza (“Bene l’emendamento presentato al Senato”), e aumentare e rendere stabili i fondi per il Servizio civile universale (“Potrebbe essere previsto un fondo strutturale”).

 

Policy brief ASviS: analisi e proposte per la partecipazione democratica giovanile

Politica distante e inaccessibile per molti giovani. Per avvicinarli alle istituzioni voto a distanza, potenziamento del Servizio civile e valutazione dell’impatto generazionale delle leggi. Le raccomandazioni del documento. 22/2/24

 

Siamo in un periodo di frustrazione e disillusione, alcuni giovani si distaccano, sono più disinteressati, per questo la formazione è importante”, ha dichiarato Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS “Organizzazioni giovanili”, aggiungendo che la riforma costituzionale va accompagnata da “un metodo di valutazione delle politiche basato sui dati, ad esempio l’Europa usa lo Youth check. Ci sarebbe bisogno poi di un istituto sul futuro. Qui mi collego alla positività, voglio avere speranza, vedere questo momento di crisi come un'opportunità. Noi giovani siamo pronti a reimpostare questo tipo di dialogo intergenerazionale”.

Mauro Magatti, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica di Milano, ha sottolineato tre punti alla base dell’incapacità dell’Italia di investire sui giovani: la mancata cura dell’ecosistema (asili nido, scuole, accesso al lavoro) che rende possibile il “transito intergenerazionale”; l’approccio settoriale della Pubblica amministrazione; il fatto che la “circolazione delle élite”, che contraddistingue le società moderne rendendole aperte e dinamiche, nel nostro Paese non funziona. “Credo sia necessario un grande patto intergenerazionale. L'Italia è ancora un Paese con alto tasso di risparmio, serve un fondo di investimento per l'economia reale che trasferisca i fondi degli adulti ai progetti dei giovani. Le nuove generazioni vanno messe nelle condizioni di fare la propria partita”.

Da sinistra a destra: Elisa Anzaldo, Filippo Salone, Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, Mauro Magatti

Antonio Uricchio, ordinario di Diritto tributario all’Università “Aldo Moro” di Bari e presidente dell’Anvur, l’organismo governativo di valutazione del sistema universitario, ha invitato a guardare la sostenibilità anche sotto l’equilibrio economico-finanziario: “È un principio che affida alle generazioni presenti il compito di preservare le risorse per quelle future. Sono risorse naturali, ma anche finanziarie. L'idea che si debba percepire il nostro essere come ‘pastori’ del presente. L'ultimo rapporto che abbiamo presentato in Parlamento evidenzia come il sistema universitario sia fermo, con lo stesso numero di iscritti di dieci anni fa. L’università non è stata in grado di intercettare i bisogni futuri”.

Quello di Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte Costituzionale, che ha aperto il secondo panel, è stato un intervento improntato alla fiducia: “La nostra Costituzione è capace di guardare al futuro. L'articolo 9 è stato accolto con qualche scetticismo da parte di alcuni colleghi. Io non mi colloco tra gli scettici, è un richiamo per i decisori politici e per le corti a mettersi in ascolto della scienza. Ora il punto è mettere insieme il punto di vista del privato con quello collettivo. Poi dobbiamo informare e responsabilizzare i giovani, questo si collega all'insegnamento e all'educazione che la Repubblica deve fornire.

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di Andrea De Tommasi

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