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Rafforzare la competitività del mercato unico: analisi della Commissione europea

Redazione Ansa

Consulta la rassegna dal 12 al 18 febbraio

Il 14 febbraio la Commissione europea ha presentato l’annuale relazione sul mercato unico e sua competitività.

Il quadro di riferimento della relazione è stato definito dalla Commissione un anno fa, precisamente il 16 marzo 2023, adottando le comunicazioni "Mercato unico a 30 anni”  e "Competitività dell'Ue: prospettive oltre il 2030" che hanno definito un quadro di obiettivi strategici con visione di sistema delle sfide per la competitività del mercato unico europeo.

La relazione annuale fornisce un'analisi del mercato unico e della sua competitività, strutturata in base ai nove fattori di competitività definiti nel citato quadro strategico (cfr. figura 1) e monitorati attraverso specifici indicatori chiave di prestazione (Kpi).  Presentando i risultati, la Commissione ha identificato le priorità future raccomandando le azioni più opportune per raggiungere gli obiettivi concordati.

La relazione parte con una premessa di fiducia e ottimismo: il mercato unico, una delle più grandi aree di mercato integrate del mondo, è al centro della nostra competitivitàCon oltre 440 milioni di consumatori e grandi economie di scala, ha permesso all'UE di diventare il più grande blocco commerciale del mondo - con le sue imprese che rappresentano un quarto delle esportazioni mondiali di servizi e un quinto di quelle di beni ad alta tecnologia - e una destinazione desiderabile per gli investimenti esteri. Il suo quadro macroeconomico stabile e le infrastrutture di alta qualità favoriscono un ambiente imprenditoriale favorevole agli investimenti e sono radicati in un solido modello di economia sociale di mercato.

La Commissione rimarca che un mercato unico ben funzionante va a vantaggio dei consumatori grazie a prezzi più bassi, scelte diversificate e diritti comuni ben tutelatiLe sfide identificate sono il difficile contesto geopolitico, la crescente concorrenza globale, la necessità di combinare la duplice transizione verde e digitale con un mercato unico competitivo e sostenibile, senza lasciare indietro nessuno.

L’analisi dei fattori di competitivà esamina i risultati e le prospettive delle diverse politiche europee in corso, nei citati nove ambiti: funzionamento del mercato unico, accesso al capitale privato, investimenti pubblici e infrastrutture, ricerca e innovazione, energia, economia circolare, digitalizzazione, istruzione e competenze, commercio e autonomia strategica aperta.

Nella sintesi del monitoraggio, la Commissione indica che 9 indicatori chiave di prestazione sono migliorati, 5 sono peggiorati, 3 sono stabili e per 2 non ci sono ancora dati nuovi, precisando comunque come sia troppo presto per individuare tendenze stabili.

Le raccomandazioni di sintesi indicano necessario:

  • accelerare gli sforzi per affrontare i costi dell'energia, accelerando la diffusione dell'energia decarbonizzata e gli investimenti nelle infrastrutture, comprese le reti e le interconnessioni transfrontaliere;
  • continuare a dare priorità alla realizzazione di una solida Unione dei mercati dei capitali, per facilitare l'accesso ai finanziamenti privati, non da ultimo al capitale di rischio, e per consentire lo sviluppo (scale-up) delle imprese in Europa;
  • investimenti pubblici per garantire il vantaggio competitivo dell'Europa in settori prioritari chiave, alla luce del successo di NextGenerationEU e RePowerEu. L'attuazione tempestiva dei fondi dell'Unione, come gli strumenti della politica di coesione, possono contribuire a creare condizioni di parità e a migliorare la convergenza regionale nel mercato unico, anche attraverso maggiori investimenti nei settori tecnologici strategici inclusi nella piattaforma europea Step;
  • garantire che le imprese dell'Ue possano continuare a prosperare nei settori del digitale, delle tecnologie pulite e in altri settori strategici, continuando a promuovere un commercio equo e aperto e a utilizzare strumenti di difesa commerciale per proteggere il mercato unico quando necessario.

La Commissione invita alla discussione di questi risultati in attesa anche di ricevere presto contributi cruciali con la pubblicazione del prossimo rapporto di alto livello di Enrico Letta sul futuro del mercato unico e del rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea.

Parere del Comitato economico e sociale europeo sull’analisi annuale della crescita sostenibile 2024

Durante la sessione plenaria del 14-15 febbraio, il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha espresso il suo parere sull’analisi annuale della crescita sostenibile 2024. Il parere del Cese è espresso sull’atto cardine di avvio del ciclo del Semestre europeo, di assoluta importanza strategica per il coordinamento economico dell’Unione e della programmazione delle riforme e degli investimenti nei 27 Stati membri,  già adottato dalla Commissione europea a novembre 2023 (vedi presentazione nella nostra rubrica del  23.11.2023).

Il parere del Cese valuta nel contesto anche le riforme del quadro di governance macroeconomica dell’Ue, il cui accordo provvisorio raggiunto tra negoziatori del Parlamento e Consiglio il 10 febbraio scorso, prelude all’approvazione definitiva, e integra le  valutazioni sulla stessa analisi annuale della crescita sostenibile 2024.

Nella valutazioni generali, il Cese segnala di fondamentale importanza che i processi di riforma vengano fatte proprie dagli Stati membri a livello nazionale attraverso un dialogo efficace con i parlamenti nazionali, gli enti regionali e locali, la società civile e le parti sociali e sottolinea l'importanza cruciale di integrare i valori democratici e i principi dello Stato di diritto nella governance economica dell’Ue, raccomandando quindi l'adozione di politiche e pratiche che sostengano questi valori fondamentali, per garantire uno sviluppo economico in linea con le norme democratiche e i quadri giuridici.

Chiede in particolare che i processi di governance economica siano collegati alle iniziative volte a rafforzare la democrazia e lo Stato di diritto in tutti gli Stati membri, esprimendo la convinzione che la tutela dei diritti fondamentali serva ad ancorare le riforme e le politiche economiche nei valori europei e rafforzi la fiducia degli investitori.

Valutando necessario adottare un approccio equilibrato per quanto riguarda l'eliminazione graduale del sostegno alle crisi indicato dalla Commissione europea, il Cese chiede protezione per i gruppi vulnerabili colpiti dagli elevati costi dell'energia e dall'aumento dell’inflazione, introducendo un quadro permanente di sostegno basato sull'accertamento patrimoniale in alcuni Paesi, e sottolinea la necessità di una discussione approfondita sull'impatto sociale.

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di Luigi Di Marco

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