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Strumentario dell’Ue per integrare l’evoluzione demografica nelle politiche

Redazione Ansa

di Luigi Di Marco

 

Consulta la rassegna dal 9 al 15 ottobre

Dando corso alla richiesta del Consiglio europeo espressa nelle conclusioni del giugno 2023 (vedi secondo paragrafo nostra rubrica del 4.7.2023), la Commissione europea ha assunto l’11 ottobre una Comunicazione con cui illustra lo strumentario (toolboxper affrontare le sfide demografiche, in particolare l'impatto dell’evoluzione demografica sulla competitività dell’Europa proiettata nel futuro.

La Commissione parte dalla premessa che con l'aumento dell'aspettativa di vita, l'Europa deve costruire una "società della longevità" che valorizzi la maggiore durata della vita in età avanzata, dando potere ai cittadini più anziani e promuovendo il benessere delle generazioni presenti e future.

Valutando l’impatto sul capitale umano, sulle diseguaglianze tra Stati e Regioni, sulla parità di diritti tra generazioni, la Commissione evidenzia le preoccupazioni di un futuro in cui si prevede che l'invecchiamento della popolazione e la contrazione della popolazione in età lavorativa aggraveranno la carenza di manodopera e aumenteranno la pressione sui bilanci pubbliciInoltre l'invecchiamento della popolazione avrà probabilmente un impatto profondo anche sugli investimenti, sulla produttività e sull'attività imprenditoriale. Inoltre, il cambiamento demografico incide sulla coesione sociale, territoriale e intergenerazionale delle nostre società democratiche, poiché alcuni Stati membri e regioni sono più colpiti di altri.

Nelle proiezioni demografiche che riporta la Commissione, a causa dell'invecchiamento e del calo delle nascite, la popolazione in Ue raggiungerà un picco intorno al 2026 e si ridurrà gradualmente nei prossimi decenni; la popolazione in età lavorativa diminuirà (di 57,4 milioni di unità fino al 2100) e l'indice di dipendenza degli anziani aumenterà (dal 33% al 60% entro il 2100). A seguito di queste tendenze, la quota dell'Ue nella popolazione mondiale continuerà a diminuire (dall'attuale 6% a meno del 4% nel 2070), riducendo potenzialmente il peso relativo del mercato unico nell'economia globale e diminuendo il peso geopolitico dell'Ue.

La Commissione riporta nella sua analisi anche i dati dell'indagine Eurobarometro sulla demografia pubblicata l’11 ottobre. Nel sondaggio è evidenziato come le preoccupazioni sui cambiamenti demografici siano percepiti nell’opinione pubblica: il 51% dei cittadini europei (Italia 46%) ritiene che gestire i cambiamenti demografici deve rimanere una priorità politica, mentre per il 17% (30% Italia) non deve rimanere una priorità politica; l’85% (percentuale pari per l’Italia) ritiene necessario una stretta collaborazione tra tutti i livelli dell’amministrazione dall’Ue, agli Stati, fino al livello regionale e locale. Le sfide demografiche valutate dai cittadini, in ordine d’urgenza, sono: l'invecchiamento della popolazione (per il 42% media Ue, per il 38% Italia), per la contrazione della popolazione in età lavorativa con l'associata carenza di manodopera (per il 40% media Ue, per il 33% Italia), per la migrazione e l’integrazione (34% media Ue, per il 27% Italia), per lo spopolamento e la fuga dei cervelli (26% media Ue, per il 33% Italia), per il declino della fertilità (21% media Ue, per il 29% Italia).

Evidenziando l’importanza strategica di considerare la dimensione demografica in tutte le politiche considerando come l'evoluzione demografica rimodella economie e società, la Commissione indica necessario un intervento risoluto e concertato dell’Ue nel perseguire un approccio globale che consenta a tutte le generazioni di realizzare i propri talenti e le proprie aspirazioni.

Nel delineare il quadro d’iniziative per affrontare queste sfide, la Commissione dichiara come principi guida delle politiche: l’uguaglianza di genere e l’equità intergenerazionale, uno sviluppo che includa le specificità locali, tenendo conto delle regioni rurali e remote, e che abbracci le altre mega-tendenze globali, come la transizione verde e quella digitale. L’assunzione di questi principi guida deve promuovere in sintesi benessere e prosperità economica in tutte le regioni con politiche basate sui territori.

A tal fine, la Commissione identifica un approccio globale delle politiche di risposta alle sfide demografiche attraverso quattro assi portanti (vedi figura 1):

  • sostegno ai genitori tramite una migliore conciliazione fra aspirazioni familiari e lavoro retribuito, in particolare grazie alla disponibilità di strutture di qualità per l'infanzia e a un adeguato equilibrio tra vita professionale e vita privata;
  • sostegno alle giovani generazioni mettendole in condizione di prosperare e sviluppare le competenze e agevolandone l'accesso al mercato del lavoro e ad un alloggio a prezzo abbordabile;
  • rendere autonome le generazioni più anziane mantenendone il benessere tramite riforme cui si associno politiche adeguate sul mercato del lavoro e il luogo di lavoro;
  • ove necessario, risposta alla carenza di manodopera tramite la migrazione regolare controllata, in totale complementarità con la valorizzazione dei talenti interni all’Ue.

Lo strumentario per le azioni viene articolato in questi quattro assi riprendendo e mettendo a sistema le diverse iniziative strategiche e quadri normativi europei già adottati e di prossima adozione (vedi figura 2).

Tra le nuove azioni previste, la Commissione s’impegna a costituire un supporto organizzativo e conoscitivo del fenomeno a supporto anche diretto agli Stati membri provvedendo a:

  • rafforzare la base di dati e conoscenze, in particolare sviluppando ulteriormente l'Atlante della demografia, aiutando gli Stati membri a migliorare le statistiche su popolazione e alloggi e sostenendo le attività analitiche e la ricerca nel settore;
  • sostenere lo sviluppo e/o il potenziamento a tutti i livelli delle politiche attinenti alla demografia, in particolare tramite lo strumento di sostegno tecnico e ove opportuno l'integrazione della questione demografica nelle pertinenti proposte politiche a livello di Unione;
  • fare in modo che nell'Ue nessuna regione rimanga indietro (si veda in proposito nostra rubrica del 24.1.2023), in particolare tramite l'avvio ufficiale della piattaforma “Utilizzo dei talenti” prevista il 23-24 novembre 2023 e il lancio di ulteriori iniziative nell'ambito del meccanismo di incentivazione dei talenti.

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