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Una legge europea per il ripristino della natura

Redazione Ansa

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Nuovi atti fondamentali per l’attuazione in particolare del Green Deal europeo sono stati adottati dalle istituzioni europee la scorsa settimana.

La Commissione europea, in particolare, ha presentato il 22 giugno la ”legge per il ripristino della natura”,  e misure per la riduzione del 50 % nell’uso e nel rischio dei pesticidi chimici entro il 2030, oltre a un nuovo piano per rendere gli scambi commerciali dell'Ue più verdi, più equi e più sostenibili e la comunicazione sull’agenda internazionale per gli oceani dell’Ue.

 

Proposta di legge europea per il ripristino della natura

Con la legge europea per il ripristino della natura, che è di fatto un proposta di Regolamento europeo che entrerà in vigore una volta approvato dal Consiglio e dal Parlamento, è la prima volta che viene proposto un atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa. L’iniziativa rientra nel quadro della strategia europea per la biodiversità al 2030, e pone diversi target di ripristino della natura per gli ecosistemi terrestri, costieri, acqua dolce, per gli ecosistemi marini e per gli ecosistemi urbani. 

L'obiettivo di sintesi è far sì che le misure di ripristino della natura coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell'UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Anche visti nel dettaglio, gli obiettivi sono di alta ambizione. A titolo esemplificativo, la proposta di legge indica che al 2030 gli Stati membri devono garantire che non vi sia alcuna perdita netta di spazio verde urbano e di copertura arborea urbana in tutte le città e nei centri urbani e periferici, oltre a garantire un aumento della superficie totale nazionale dello spazio verde urbano nelle città e nei centri abitati di almeno il 3% entro il 2040 e di almeno il 5% entro il 2050. 

Le misure previste sono assolutamente giustificate per il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici sottoscritti anche negli accordi internazionali quali la Convezione sulla diversità biologica e l’accordo di Parigi sul clima. Il documento adottato offre chiara evidenza delle basi scientifiche all’origine delle scelte richiamando alcuni dei dati essenziali dei rapporti dell’Ipbes e dell’Ipcc

Gli atti della Commissione, inoltre confermano che "gli investimenti per il ripristino della natura apportano un valore economico compreso tra 8 e 38 euro per ogni 1 euro speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l'attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana".

Viene inoltre messo in evidenza come le stesse consultazioni delle/i cittadini in sede di Conferenza sul futuro dell’Europa, hanno indicato nelle proposte finali che l’Unione deve "proteggere e ripristinare la biodiversità, il paesaggio e gli oceani, eliminare l'inquinamento e promuovere la conoscenza, la consapevolezza, l'educazione e il dialogo sull'ambiente, il cambiamento climatico, l'uso dell'energia e la sostenibilità".

Durante la conferenza stampa di presentazione, il vice-presidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans ha richiamato le criticità sulla sicurezza alimentare determinate dall’invasione russa in Ucraina, così come le criticità sullo stato di salute dei suoli per il 70% in cattivo stato, e il declino degli impollinatori, quali fattori incidenti sulla capacità degli ecosistemi di produrre cibo, incluso quanto si sta verificando in Europa per gli effetti dei cambiamenti climatici proprio in questi giorni, citando tra gli esempi anche la siccità in nord Italia. Ed ha così commentato: "usare la guerra in Ucraina per annacquare le proposte e spaventare gli europei facendo credere che sostenibilità significa meno cibo, è francamente da irresponsabili".

 

Sessione plenaria del Parlamento europeo del 22-23 giugno

Durante l’ultima sessione plenaria del Parlamento sono state adottate risoluzioni ed emendamenti su alcune delle proposte del pacchetto pronti per il 55%, in particolare sul fondo sociale per il clima, sulla tassa sul carbonio alle frontiere, sulla revisione del sistema per lo scambio di quote di emissioni nell'Ue.

In quest’ultima, il Parlamento ha introdotto diverse novità rispetto alla proposta presentata dalla Commissione lo scorso luglio 2021. In particolare sono stati introdotti emendamenti per l’inserimento dell’incenerimento dei rifiuti nel sistema di scambio di quote di emissione, a decorrere dal 1 gennaio 2026, con queste motivazioni: "l’inclusione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani nell'Eu Ets contribuirebbe all'economia circolare incoraggiando il riciclaggio, il riutilizzo e la riparazione dei prodotti, contribuendo nel contempo anche alla decarbonizzazione dell’intera economia. Poiché le attività di riciclaggio e rigenerazione sono già contemplate dall'Eu Ets, l'inclusione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani rafforzerebbe gli incentivi per una gestione sostenibile dei rifiuti in linea con la gerarchia dei rifiuti". 

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di Luigi Di Marco

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