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Raccomandazioni del Consiglio Ue per una transizione verde equa e inclusiva

Redazione Ansa

Il Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori", riunitosi il 16 giugno 2022, ha adottato una raccomandazione volta a garantire che la transizione dell'Unione verso un'economia climaticamente neutra e sostenibile dal punto di vista ambientale entro il 2050 sia equa e non lasci indietro nessuno. La raccomandazione, assunta con riferimento alla proposta presentata il 14 dicembre 2021 dalla Commissione europea nell’ultimo pacchetto d’iniziative collegato al quadro del pronti per il 55%, richiama e mette a sistema diversi strumenti già adottati dall’Ue per una transizione giusta, ribadito quale principio chiave del Green Deal europeo.

Come sottolineato dal Consiglio nelle premesse alle raccomandazioni, "la transizione deve essere equa e inclusiva e mettere al primo posto le persone, tributando particolare attenzione al sostegno alle regioni, alle industrie, ai lavoratori, alle famiglie e ai consumatori che dovranno affrontare i problemi maggiori".

Nella stessa prospettiva del Pilastro europeo dei diritti sociali, nel quadro aggiornato delle politiche europee, è sottolineato che l'attuazione del Green Deal europeo darà all'Europa gli strumenti necessari per migliorare la convergenza verso l'alto, l'equità sociale e la prosperità condivisa.

Come riporta il Consiglio nelle premesse della raccomandazione, "con l'attuazione delle giuste politiche di accompagnamento, la transizione verde potrebbe creare complessivamente circa un milione di posti di lavoro di qualità supplementari nell'Unione entro il 2030 e due milioni entro il 2050 in settori quali l'edilizia, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione o le energie rinnovabili". Al contrario, qualora la transizione non sia sostenuta da politiche adeguate, la stessa potrebbe comportare una perdita di Pil pari allo 0,39% nell'Unione, nonché una perdita di posti di lavoro fino allo 0,26%.   

Il Consiglio ricorda che di fatto la transizione è in ogni caso necessaria: nell'Unione le perdite determinate dagli effetti climatico-ambientali ammontano già, in media, a oltre 12 miliardi di euro all'anno e potrebbero aumentare fino a raggiungere 175 miliardi di euro, pari all'1,38% del Pil dell'Unione all'anno se l'incremento della temperatura globale toccherà 3°C rispetto ai livelli preindustriali, invece di 65 miliardi di euro nel caso di 2 °C e 36 miliardi di euro all'anno nel caso di 1,5 °C. "Ciò danneggerebbe in modo sproporzionato alcuni gruppi, in particolare le persone che si trovano già in situazioni di vulnerabilità e le regioni che sono già in difficoltà". 

Come rimarca dunque il Consiglio, l’impatto della transizione verde sulle imprese e sull'occupazione varierà a seconda del settore, dell'occupazione, della regione e del Paese; ciò comporterà la ristrutturazione e l'adeguamento delle imprese, dei settori e degli ecosistemi interessati, la definizione di "nuovi modelli di business e una significativa riallocazione della forza lavoro tra settori e regioni".

Il Consiglio evidenzia le opportunità sociali ampie di una transizione verde adeguatamente gestita. Oltre a creare opportunità di lavoro di qualità per tutti, con l’adozione nel contempo di misure per alleviare e prevenire la povertà energetica e dei trasporti, "può contribuire all'aumento dei redditi e alla riduzione delle disuguaglianze e della povertà in generale. Essa può pertanto contribuire alla lotta contro l'esclusione sociale e le disuguaglianze socioeconomiche preesistenti, al miglioramento della salute e del benessere e alla promozione dell'uguaglianza, anche di genere".

La raccomandazione diretta invita dunque i singoli Stati membri "ad adottare e ad attuare, se del caso in stretta cooperazione con le parti sociali, pacchetti strategici completi e coerenti che affrontino gli aspetti occupazionali e sociali per promuovere una transizione equa in tutte le politiche, in particolare quelle in materia di clima, energia e ambiente, nonché per fare un uso ottimale dei finanziamenti pubblici e privati".

In sintesi, gli Stati membri sono incoraggiati a:

  • sostenere efficacemente l’accesso e il mantenimento a occupazioni di qualità, in particolare attraverso i servizi per l'impiego, compresa un'assistenza su misura nella ricerca di un lavoro e corsi di apprendimento;
  • fare un uso efficace di incentivi all'assunzione e alla transizione;
  • promuovere l'imprenditorialità, comprese le imprese e tutte le altre entità dell'economia sociale, in particolare nelle regioni che devono affrontare le sfide legate alla transizione e nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali quali l'economia circolare, prestando particolare attenzione all'imprenditorialità femminile. Il sostegno dovrebbe essere inclusivo e accessibile ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati;
  • analizzare l'impatto della transizione verde sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro e promuovere di conseguenza misure volte ad affrontare i nuovi rischi;
  • promuovere l'utilizzo di pratiche sugli appalti pubblici socialmente responsabili;
  • prevedere il pieno e significativo coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti, attraverso l'informazione e la consultazione, per l'anticipazione dei cambiamenti e la gestione dei processi di transizione.

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di Luigi Di Marco

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