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Rubrica: Europa e Agenda 2030

Redazione Ansa

Il futuro del patto di stabilità dopo il Covid-19

Con la Com(2021) 662 final, sul tema l'economia dell'Ue dopo la Covid-19: implicazioni per la governance economica, la Commissione europea riapre il dibattito sul futuro del Patto di stabilità e crescita.

Facendo seguito alla Com(2020) 55 final del 20 febbraio 2020 sullo stesso argomento, la Commissione di fatto non presenta delle proposte, ma pone nel dibattito nuove valutazioni maturate con l’esperienza del Covid-19 rispetto al futuro della governance economica dell’Ue.

Tra le valutazioni evidenzia come una composizione delle finanze pubbliche favorevole alla crescita dovrebbe promuovere gli investimenti e favorire una crescita duratura, sostenibile e inclusiva. Viene inoltre valutato che sebbene il rapporto debito pubblico/Pil sia cresciuto, le stesse misure dei piani per la ripresa e la resilienza volte ad aumentare il potenziale di crescita favoriranno la sostenibilità di bilancio.

I piani per la ripresa e resilienza sono parte del processo avviato per ricostruire meglio dalla crisi Covid-19. In proposito la Commissione evidenzia come il proprio impegno sull'Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile rappresentino di fatto lo strumento per "ricostruire meglio" senza lasciare indietro nessuno, e quale fattore chiave per rafforzare la resilienza e realizzare la duplice transizione verde e digitale.

Richiamando in proposito i propri impegni sanciti dal Green Deal europeo e dalla strategia digitale dell'Ue, la Commissione riferisce che ciò richiederà ulteriori investimenti pubblici e privati pari a circa 650 miliardi di euro all’anno nel prossimo decennio e precisamente 520 miliardi di euro per il Green Deal (390 miliardi per transizione energetica e trasporti + 130 miliardi per gli altri obiettivi del Green Deal), mentre saranno necessari 125 miliardi di euro/anno per la trasformazione digitale.

Oltre a ciò la Commissione evidenzia che sono necessari ulteriori investimenti volti a migliorare la resilienza economica e sociale dell'Ue, anche nei settori della sanità, dell'istruzione e della formazione, della ricerca e dello sviluppo, dell'innovazione e dei trasporti.

Per i bilanci pubblici sono necessarie strategie volte a promuovere la pianificazione di bilancio verde. A medio termine, dovranno essere rispecchiati meglio i rischi derivanti dai cambiamenti climatici nella pianificazione di bilancio e negli investimenti pubblici.

La tassonomia dell'Ue per le attività sostenibili contribuirà a spostare gli investimenti privati là dove sono più necessari in un'ottica ambientale e di azione per il clima.

Gli investimenti pubblici finanziati dal fondo per la ripresa e la resilienza dovrebbero andare ad aggiungersi ad investimenti continuativi, finanziati a livello nazionale, destinati a rafforzare la duplice transizione verde e digitale e la resilienza economica e sociale.

La Commissione precisa che se il fondo di ripresa e resilienza non genererà ulteriori investimenti, avrà solo un effetto temporaneo di riduzione dei disavanzi e del rapporto debito/Pil, ma nel medio e lungo termine, non riuscirà a imprimere effetti positivi sulla crescita potenziale, provocando dunque un deterioramento della composizione della spesa pubblica. Laddove i rapporti debito/Pil sono molto elevati, la promozione di investimenti finanziati a livello nazionale impone dunque una chiara definizione delle priorità di spesa e degli sforzi volti a migliorare la composizione e la qualità generali delle finanze pubbliche.

Il dibattito su come stabilire nuove regole per la governance economica dell’Unione, al fine di rispondere alle sfide del futuro nel quadro della ripresa dal Covid-19, come prospettato dalla Commissione, dovrà essere partecipato dalla società civile, e si svolgerà con modalità e in sedi diverse, tra cui riunioni dedicate, seminari, workshop e un sondaggio online, lanciato nuovamente il 19 ottobre: i cittadini, le organizzazioni e le autorità pubbliche sono invitati a presentare i loro contributi entro il 31 dicembre 2021.

La Commissione s’impegna a tenere conto di tutte le opinioni espresse durante il dibattito pubblico. Nel primo trimestre del 2022 fornirà orientamenti per la futura politica di bilancio, allo scopo di facilitare il coordinamento delle politiche di bilancio e la preparazione dei programmi di stabilità e dei programmi di convergenza degli Stati membri. L’obiettivo è di raggiungere un ampio consenso sulla via da seguire in tempo utile per il 2023.

Nella stessa seduta, la Commissione ha anche approvato il programma di lavoro per il 2022.

 

Conclusioni del Consiglio europeo

Il 21 e il 22 ottobre si è riunito il Consiglio europeo. I temi trattati hanno riguardato la situazione Covid-19 per la quale il Consiglio ha convenuto opportuno intensificare gli sforzi per superare l'esitazione vaccinale, anche contrastando la disinformazione, in particolare sulle piattaforme di social media. Ha chiesto inoltre la rapida rimozione degli ostacoli che impediscono la diffusione a livello mondiale dei vaccini e invita la Commissione a proseguire il dialogo diretto con le aziende produttrici a tale riguardo.

 Il Consiglio ha sottolineato l’importanza di una trasformazione digitale che stimoli la crescita economica dell’Ue, valutando che ciò permetterà di rafforzare la nostra resilienza e di facilitare la transizione verde. Ha chiesto in particolare che le politiche siano concentrate sull’istruzione e le competenze per il digitale, e la rapida assunzione della proposta di decisione che istituisce il programma strategico per il 2030 "Percorso per il decennio digitale”, attuativo della bussola per il digitale.

Tra i temi d’attenzione c’è stato anche il rialzo dei prezzi dell’energia, rispetto al quale il Consiglio ha valutato necessario attuare urgentemente il pacchetto di misure presentato dalla Commissione, in particolare per sostenere i consumatori più vulnerabili e le imprese.

Sul tema migrazioni, si evidenzia come risultato la definizione di otto piani d'azione per i Paesi di origine e di transito, che ora vanno attuati. La Commissione è stata invitata a presentare con urgenza proposte e a mobilitare finanziamenti a favore di azioni riguardanti tutte le rotte migratorieed è stato espresso l'auspicio che i finanziamenti a favore dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza in Turchia, Giordania, Libano e altre parti della regione, incluso l'Egitto, a titolo dei pertinenti strumenti siano mobilitati tempestivamente.

Il Consiglio ha ribadito che non accetterà alcun tentativo da parte di Paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici, e la propria determinazione ad assicurare il controllo efficace delle sue frontiere esterne.

In vista della Cop 26 di Glasgow il Consiglio europeo ha chiesto una risposta globale ambiziosa ai cambiamenti climatici, ribandendo quanto già riportato nelle conclusioni del Consiglio dell’Ue del 6 ottobre che è essenziale fare in modo che l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rimanga raggiungibile.

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di Luigi Di Marco

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