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Auto elettriche nell’Ue: necessarie 3 milioni di colonnine entro 10 anni

Redazione Ansa

L’Europa avrà bisogno di 3 milioni di colonnine di ricarica pubbliche entro il 2030. Oggi sono 175mila, una ogni sette auto elettriche. Serve dunque un numero di stazioni di ricarica almeno 15 volte superiore, per stare al passo con il mercato e-mobility in crescita nel prossimo decennio. È questo il quadro che emerge dalla ricerca promossa il 7 gennaio dall’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E).

L’analisi stima che l’Europa dovrà investire nel settore 20 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Si tratta solo del 3% della spesa attuale dell’Unione europea per le infrastrutture stradali. T&E sostiene che un’opportunità verrà proprio dalla Ue, che ha un piano per finanziare un miliardo di euro in investimenti sostenibili nel prossimo decennio nell’ambito del Green deal.

La ricerca parte dal fatto che, per arrivare ad essere carbon neutral nel 2050, l’Europa dovrà avere sulle strade 44 milioni di veicoli elettrici già nel 2030. Per rispondere a una domanda in crescita, però, soggetti pubblici e privati dovranno investire per creare una rete di ricarica efficiente, che garantisca un quinto degli edifici cablati nel 2025 e la metà nel 2030. Secondo T&E, i punti di ricarica per casa e sul posto di lavoro dovranno essere potenziati: i conducenti dei veicoli elettrici non dovranno attendere più di tre mesi per un’installazione. Il 20-30% delle colonnine di ricarica dovrà trovarsi in aree svantaggiate e a bassa densità di popolazione, per garantire a tutti i benefici dei veicoli ad emissione zero.

Alla fine del 2017, l’Ue aveva 132mila stazioni di ricarica pubbliche, cresciute a 175mila alla fine del 2019 (+32%). Allo stesso tempo, il numero di veicoli elettrici su strada è aumentato da 670mila a dicembre 2017 a 1,3 milioni nel novembre 2019 (+89%), secondo i dati dello European alternative fuels observatory (Eafo). Anche nel 2020 la quota di vetture elettriche o ibride plug-in (ricaricabili alle colonnine) continuerà a salire: dal 2021 scatterà il nuovo limite di emissioni di CO2 (95 g/Km) fissato dalla Ue, oltre il quale i costruttori dovranno pagare una sanzione per ogni modello venduto.

Il settore dei trasporti rappresenta oltre un quarto (27%) delle emissioni totali di gas serra. Il 44% di questa quota viene dalle automobili, il cui impatto è ancora in crescita. Per realizzare il Green deal, secondo la ricerca, il 40% delle auto vendute entro il 2030 dovrà essere a emissioni zero e al più tardi entro il 2035 i motori a combustione dovranno essere eliminati.

Guarda la ricerca di T&E

 

di Andrea De Tommasi

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