Abruzzo

Giovani alla scoperta della Maiella con il primo Geo-Camp Unesco

Fra geositi, pascoli e coesistenza con grandi predatori

Redazione Ansa

(ANSA) - SULMONA, 29 SET - La bellezza del territorio e i programmi di conservazione della natura e di sviluppo sostenibile, gli ipogei e le cime delle Maiella, i paesi, gli Eremi: hanno scoperto tutto questo e molto altro i dieci giovani tra i 20 e i 30 anni, provenienti da diverse regioni, che hanno partecipato al primo Geo-Camp Unesco organizzato dal Parco Nazionale della Maiella - Maiella Unesco Global Geopark nella settimana dal 17 al 24 settembre.
    I geologi Silvano Agostini e Violetta De Luca, del Comitato scientifico del Geoparco, insieme ai tecnici del Parco, hanno illustrato alcuni dei 95 geositi individuati: luoghi che raccontano la storia e i movimenti della Terra, nonché gli ambienti del passato (stratigrafici, strutturali, sedimentologici, paleontologici); che mostrano le forme del paesaggio (geomorfologici); vedono la storia dell'Uomo e quella della Terra intrecciarsi anche per disponibilità di georisorse (quaternari e archeologici, minerari, idrologici e idrogeologici).
    Un focus è stato fatto sul geosito di Capo di Fiume a Palena, che racchiude in sé la promozione scientifica sensu strictu in chiave bibliografica con quella a più ampio raggio del museo geopaleontologico. Grazie ai ricercatori dell'Université Côte d'Azur di Nizza Elisa Nicoud, Valentina Villa e Guido Palmerini, ci si è soffermati sul sito preistorico della Valle Giumentina (610 mila anni fa) e sulle pitture rupestri delle grotte della Maiella, il più grande archivio d'arte rupestre dell'Italia appenninica: prezioso archivio di informazioni per lo studio sulla colonizzazione Umana dell'Appennino in epoca preistorica.
    Alle iniziative ha partecipato anche lo Speleoclub di Chieti con il presidente Fabrizio Di Primio.
    I tecnici del Parco, agronomi, zoologi, botanici, veterinari, hanno illustrato i progetti di conservazione "Coltiviamo la Diversità", "Allevatori della Montagna Madre" e i vari progetti Life. In ogni sosta, oltre all'approfondimento geologico, il racconto del profondo rapporto tra l'uomo e la terra: la Maiella come montagna della transumanza, ma anche della piccola pastorizia stanziale; le numerose iniziative dell'Ente Parco per la coesistenza con i grandi predatori, lupo e orso, trasformatesi in un rapporto sempre più collaborativo fatto di interventi nati e attuati sui territori del parco e a beneficio delle aziende zootecniche che vivono del rapporto insostituibile con i pascoli della Maiella.
    Sotto la guida di Luciano Di Martino, botanico e direttore del Parco, Aurelio Manzi, etnobotanico e storico dell'agricoltura, Marco Di Santo, responsabile dell'Ufficio Agronomico, e Valter Di Cecco, tecnico della Maiella Seed Bank, ai partecipanti sono state illustrate le sfide del Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale, avamposto strategico di conservazione del patrimonio genetico delle varietà autoctone da cui ripartire per un miglioramento delle produzioni che possa orientarsi nelle filiere corte della produzione biologica.
    Con i tecnici degli Uffici Pianificazione, Maurizio Monaco, e Promozione, John Forcone, Mario Puglielli, Dino D'Alessandro e Mariano Spera, sono stati presentati i progetti del paesaggio agropastorale, con recupero di terrazzamenti e capanne in pietra, e dei Cammini, in particolare quello di Celestino V che, uscendo dai confini dell'area protetta, ne ribadisce la centralità sulle politiche del turismo regionale.
    Una delle giornate ha visto i partecipanti salire fino ai 2455 metri del bivacco Fusco: nonostante il forte vento, accompagnati dalla biologa del Parco Giovanna Di Domenico, hanno potuto osservare branchi di camosci appenninici. Il fotografo (biologo) e divulgatore Bruno D'Amicis ha riportato le sue esperienze di divulgatore nei parchi nazionali italiani e nelle aree protette internazionali.
    Il Geocamp è stato un momento di condivisione e di compartecipazione anche con altri siti Unesco e Geoparchi, grazie alla presenza di Daniela Cataldo, naturalista (lichenologa) e Maria Catania, geologa, entrambe guide ambientali Lagap della Sicilia, operanti soprattutto sull'Etna e nel Geoparco delle Madonie.
    La Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo ha partecipato come osservatore con il funzionario Sante Cellucci.
    La Biocantina Orsogna, partner dell'iniziativa, ha portato all'attenzione dei giovani partecipanti il grande tema del recupero delle tradizioni per un'agricoltura di qualità, che passi attraverso il recupero del suolo e l'assenza di antiparassitari per favorire una fermentazione spontanea; contestualmente ha illustrato i progetti per il recupero dei vitigni autoctoni "Vola Volè Maiella National Park" e "Pè nìn perde la sumente", svolti in collaborazione con Parco e Geoparco Maiella.
    Le Università di Teramo e di Chieti-Pescara hanno sostenuto questa prima edizione dello Youth Geocamp alla quale hanno partecipato Ivan Petracchini, Lorenzo Paris, Costanza Pacelli, Bianca Spinelli, Emanuele Di Egidio di Roma, Michele Gallina di Segrate, Luca Castellucci di Forlì, Cristina Quintana di Gallipoli, Michela Marinozzi di Chieti, Giovanni Auditore di Messina.
    Il direttore del Parco e coordinatore del comitato scientifico del Geoparco Maiella, Luciano Di Martino, conferma che si tratta di un risultato concreto grazie al lavoro costante sul territorio e alla dotazione organica e strutturale dell'Ente, che conferma il proprio ruolo strategico per il mantenimento degli importanti equilibri ecologici e culturali.
    Per il presidente Lucio Zazzara l'organizzazione di questo campus didattico ha permesso ai giovani partecipanti di compiere un tragitto tra sentieri e tratturi, fino ai caratteristici paesi della Maiella per capire realmente la vita dei pastori, i boschi, i torrenti, la fauna protetta, gli antichi eremi e la suggestione della "Montagna Madre" del Parco Nazionale e Geoparco Maiella (ANSA).
   

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