(ANSA) - TERAMO, 09 APR - L'ospedale di Teramo è uno degli
otto in Italia a far parte del progetto nazionale "Condividi
Covid". Nonostante la pandemia la rete nazionale trapianti è
stata in grado di assicurare non solo continuità assistenziale
ai pazienti, ma di realizzare interventi all'avanguardia come i
primi trapianti da donatori SARS-CoV-2 positivi (8 trapianti tra
novembre 2020 e gennaio 2021). Una delle otto donazioni è
avvenuta a gennaio al Mazzini.
Il 29 marzo si è tenuto l'incontro conclusivo del progetto
"Condividi Covid" fra gli 8 ospedali d'Italia - fra cui quello
di Teramo - in cui sono avvenuti i prelievi d'organo. Sono stati
valutati risultati e procedure in modo da arrivare, entro breve
tempo, a una "buona pratica" condivisa in tutto il Paese. "Gli
operatori sanitari hanno ridefinito una relazione diversa con i
familiari dei pazienti in un percorso innovativo come la
donazione Covid: l'impossibilità di accedere in ospedale rende
tutto il percorso donativo più complesso soprattutto per quanto
riguarda la relazione con le famiglie. Molto è affidato alle
attrezzature tecnologiche - spiega Santa De Remigis,
coordinatrice aziendale di donazioni e trapianti - e i metodi
innovativi che ogni ospedale ha individuato sono stati condivisi
nel gruppo di lavoro nazionale".
"La donazione di organi da pazienti Covid - dichiara il
direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia - ha un forte
valore sociale perché, grazie al gesto generoso dei familiari,
dà modo di sopravvivere a una popolazione che è immunizzata dal
coronavirus. Inoltre, le procedure di sicurezza del percorso
individuato per questo tipo di donazione dimostrano
l'adeguatezza dei protocolli Covid del nostro ospedale".
Il processo donativo riguarda molti reparti e servizi, del
Dea e di tutto l'ospedale, che hanno saputo fare lavoro di
squadra e che hanno condiviso le procedure di sicurezza Covid, a
partire dalle modalità relazionali con le famiglie, cioè la
comunicazione di morte e la proposta donazione. Ovviamente il
trapianto avviene su pazienti selezionati, cioè che hanno
determinate caratteristiche cliniche valutate da clinici e
medici trapiantatori, che hanno avuto il Covid e che hanno
bisogno di un organo in urgenza. Donazione e trapianto Covid
sono avvenuti secondo i criteri specifici del nuovo protocollo
del Centro nazionale trapianti.
"L'11 aprile è la giornata nazionale per la donazione e il
trapianto degli organi e tessuti - aggiunge il direttore
generale - un momento di riflessione importante per una Asl che
ha sempre posto particolare attenzione alle donazioni.
Dall'inizio dell'anno sono stati tre i prelievi d'organo
avvenuti nella nostra Asl: quello di inizio gennaio da paziente
positivo, uno a fine gennaio di fegato all'ospedale di
Sant'Omero e l'ultimo avvenuto il 26 marzo all'ospedale di Atri,
che ha donato i reni e il fegato. Questi due ultimi entrambi da
donatori negativi".
"Il consenso rimane un punto critico del processo donativo:
se non dato in vita, la scelta rimane al congiunto che si trova
nel momento peggiore della propria esistenza, cioè la perdita
del proprio caro, se donare o meno. E' possibile dare il
consenso in vita sia attraverso il rinnovo della carta di
identità con il progetto 'Una scelta in Comune', all'ufficio Urp
della Asl e alle associazioni dedicate", conclude la
coordinatrice aziendale delle donazioni e trapianti. (ANSA).
Donazioni organi, il 'Mazzini'fra ospedali 'Condividi Covid'
Di Giosia 'gesto che ha un forte valore sociale'