Abruzzo

Salute mentale, al via progetto che punta ad 'autonomia'

Redazione Ansa

(ANSA) - CHIETI, 17 APR - Si chiama "Ancora Avanti, salute mentale" il progetto che vede insieme i Comune di Chieti, Francavilla al Mare e Pescara ai Dipartimenti di Salute Mentale delle Asl 2 e 3 e il Centro per i servizi per il volontariato, e a cura delle associazioni Cosma e Percorsi. Si tratta di un progetto cofinanziato dalla Regione con il fondo europeo, articolato sul territorio, che prevede attività dirette a 50 persone di età compresa fra 18 e 65. L'iniziativa è stata presentata dal sindaco di Chieti, Diego Ferrara con l'assessora alle Politiche sociali Alberta Giannini, Tiziana Arista dell'associazione Cosma, Eugenio Di Caro dell'associazione Percorsi, Marco Alessandrini del Centro di Salute Mentale di Chieti.
    "Un progetto come questo nasce per avere continuità perché punta a rendere autonomo chi ne è destinatario - ha detto Ferrara - . Dobbiamo sottolineare il vissuto problematico e doloroso delle famiglie che hanno un membro con problemi e che affrontano sacrifici economici e lavorativi che si ripercuotono su tutta la famiglia. Occorre lavorare alla costruzione materiale dei diritti di tutti, quello che serve non è solo una diagnosi e una terapia farmacologica, anche se ben adeguata al problema, le persone devono essere prese in carico e ogni progetto deve avere una ricaduta nel tempo e rimettere al centro il welfare pubblico, rafforzando anche l'azione del servizio pubblico. Il disabile mentale non è solo un malato, ma sono uomini e donne con proprie necessità, per questo la salute mentale ha bisogno di un'azione collettiva". Alessandrini dal canto suo ha evidenziato che il Csm di Chieti ha oggi 5.000 cartelle aperte attive, nell'immediato circondario di Chieti, "un'utenza che sta aumentando in questi anni e soprattutto nelle fasce giovanili, in soggetti dai 25 anni in poi. Fra l'altro lo stato depressivo è causa di morte anche più dell'infarto- ha sottolineato Alessandrini - perché il paziente si lascia andare e le criticità finiscono col colpire tutti gli organi e creare vulnerabilità generalizzate. Abbiamo bisogno di progetti come questo perché possiamo agire in modo più capillare sul territorio. Il farmaco è uno strumento, non l'obiettivo".
    (ANSA).
   

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