Abruzzo

Turbine centrale Snam, comitato 'Idrogeno è una balla'

Redazione Ansa

(ANSA) - SULMONA, 04 APR - Dall'indagine archeologica, il cui responso arriverà a breve dalla Soprintendenza, si passerà a mettere i mattoni entro il mese di giugno. La Snam è pronta a dare forma alla centrale di compressione di Case Pente, a Sulmona. Le operazioni preliminari, dei sondaggi e scavi archeologici, si concluderanno a breve, come prevede la tabella di marcia. Fisicamente il cantiere, che era stato allestito il primo marzo dello scorso anno, entrerà nel vivo tra maggio e giugno, il tempo di acquisire gli ultimi pareri. Intanto la multinazionale ha acquistato tre turbine ibride. "Un ordine da contabilizzarsi nel primo trimestre 2024 - ha reso noto la Baker Hughes che si è aggiudicato l'appalto - attraverso il quale fornirà tre treni di compressione azionate da turbine a gas".
    Operazione che non convince la senatrice del M5S, Gabriella Di Girolamo. "Parlano di transizione energetica per dirci che continueranno a investire sulle fossili - denuncia la senatrice - il punto è proprio questo: in tema di energia il governo Meloni continua volontariamente a puntare sul passato, senza rendersi conto della posta in gioco". Le turbine offrono la possibilità di funzionare con gas naturale al 100% o miscele di idrogeno al 10%.
    Tuttavia, sull'argomento, intervengono anche i comitati cittadini per l'ambiente. "La Snam continua ad ingannare l'opinione pubblica facendo credere che i suoi metanodotti possono trasportare idrogeno. In realtà si tratta di una smaccata operazione di greenwashing perché le tubature per il metano non sono idonee per il trasporto di idrogeno, essendo quest'ultimo un gas più espanso e soprattutto corrosivo"- scrivono i comitati sostenendo pure che "la linea adriatica potrà anche essere "hydrogen-ready", ma non lo sono le condotte che saranno collegate alla Linea Adriatica. Affinché la rete metanifera italiana possa trasportare idrogeno bisognerebbe sostituirla completamente, il che ovviamente non è possibile". "La verità è che la Valle Peligna e l'intero appennino sono diventati territori di sacrificio, al servizio esclusivo degli interessi di una multinazionale, senza alcun vantaggio né economico né occupazionale per la popolazione; ma avendone in cambio, anzi, devastazione ambientale, rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini, e ulteriore impoverimento del tessuto economico e sociale. E tutto ciò grazie alla complicità o, nel migliore dei casi, alla inettitudine della quasi totalità della nostra classe politica"- concludono i comitati. (ANSA).
   

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