(ANSA) - PESCARA, 23 GEN - Prosegue a Pescara la
manifestazione di agricoltori, viticoltori e allevatori contro
le politiche agricole dell'Europa, contro la carne coltivata, le
farine d'insetti, l'aumento delle tasse, le accise sul gasolio,
la svendita dei terreni. Da ieri circa trecento, con un
centinaio di trattori e mezzi agricoli, sono in sit in negli
spazi dell'ex Cofa e intendono rimanere almeno altri due giorni
per far sentire la loro voce.
"I costi di produzione sono aumentati in maniera
insostenibile. L'unica cosa che la Regione Abruzzo potrebbe fare
direttamente è intervenire sulle accise sul gasolio. Per il
resto, dopo due anni di guerra e di pandemia, tanti sono
scoraggiati, tante aziende vogliono chiudere". E' lo sfogo di
Luciano Faricelli, agricoltore 37enne del Pescarese di quarta
generazione. "Porto avanti l'azienda cerealicola di mio padre.
Un'azienda media in Abruzzo sostiene circa 20mila euro l'anno di
spese, ne incassa 13mila. Non c'è reddito. Sono almeno tremila
le aziende in queste condizioni, il 50% dei contadini lo fa come
secondo lavoro e comunque deve far fronte un anno alla siccità,
un altro anno alla troppa acqua. Per esempio, quest'anno abbiamo
seminato ai primi di dicembre e fino al 15 gennaio non ha mai
piovuto. Dobbiamo fare i conti anche con i tempi della
burocrazia, ma noi siamo nei campi mediamente 13-15 ore al
giorno. Per questo - continua Faricelli - continueremo nella
nostra protesta. Gli unici che fin qui ci hanno sostenuto sono
l'associazione Liberi Agricoltori e Confagricoltura Chieti.
Siamo in contatto con agricoltori di Puglia e Marche per
decidere insieme cosa fare. Se non ci ascolteranno saremo
costretti a pensare a iniziative eclatanti, ad esempio non
produrre niente per 3/4 mesi per non far arrivare nulla alla
grande distribuzione. Se finora non lo abbiamo fatto è perché
rispettiamo i cittadini". (ANSA).
Trattori a Pescara, 'costi insopportabili', continua la protesta
Giovane imprenditore, '3mila aziende in crisi, non c'è reddito'