Abruzzo

Nuova Pescara: D'Alfonso, sindaco con pensiero metropolitano

'Città dovrà consentire a tutti di realizzare progetto di vita'

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 15 SET - "Un sindaco che ha incontrato, coltivato e rilanciato il pensiero metropolitano. Un pensiero urbano che sia stato strutturato da diritto, urbanistica, economia, arte, cultura, in maniera tale che sia capace, attraverso il suo indirizzo, di fare in modo che questa città consenta davvero a chiunque di realizzare il suo progetto di vita". Queste, secondo il deputato Luciano D'Alfonso (Pd), le caratteristiche che dovrà avere il primo sindaco della nuova città di Pescara, che nascerà nel 2027 dalla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
    "Una vicenda tipo quella della nuova Pescara, parametrata al 700 o al 600 sarebbe stata una rivoluzione - osserva D'Alfonso - Nel 600 un fatto nuovo di questo tipo nasceva con lo scontro fisico e la spinta rivoluzionaria. La spinta dei centomila autoconvocati va presa su di sé e declinata intuendo molto. Ad esempio, io vorrei tanto che la nuova amministrazione realizzi la deproceduralizzazione quando l'amministrazione deve dire sì o no a chi ha un progetto di vita. E' possibile fare questo. Ci sono città nel mondo dove l'azzeramento procedurale è un dato di fatto. Così come potremmo pensare a zone a logistica semplificata per quanto riguarda l'andirivieni dei beni che servono per la vita quotidiana dei beni di famiglie e di attività commerciali. Insomma, una città nella quale ci sia uno specifico. Mi piacerebbe che Pescara fosse la città nella quale la decisione è istantanea, è immediata, a favore di chi vuole produrre ricchezza".
    "Ciò che fa ricco un territorio non sono i lingotti d'oro, ma la capacità di liberare idee e poi realizzarle. Pescara potrebbe essere questo. Se però c'è una grande alleanza, se i partiti si rompono e si rigenerano evitando di essere murati, se i sindacati concepiscono un contratto di lavoro declinato sulla straordinarietà di questa azienda nuova che nasce. Si può fare, ma serve davvero un cantiere delle buone volontà. Ogni tanto - conclude D'Alfonso - vedo lo spiffero del dispetto". (ANSA).
   

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