Abruzzo

Credito: piccolo prestito di Fira, domande per 6,5 milioni

Ieri chiusura sportello, in un mese arrivate 451 istanze

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 09 GIU - Si è chiuso alle ore 12 di ieri, 8 giugno, lo sportello del 'Piccolo Prestito' gestito da Fi.R.A.
    S.p.A., la Finanziaria regionale abruzzese. La misura, aperta lo scorso 8 maggio, prevede la concessione di contributi in conto interessi a tasso zero alle imprese abruzzesi, per prestiti che vanno da 10mila a 15mila euro. Alla chiusura dello sportello, sono pervenute un totale di 451 istanze, 127 per la Linea A, che finanzia le imprese del settore ristorazione e del settore turistico-alberghiero e 324 istanze per la Linea B, che finanzia, invece, tutti gli altri settori economici.
    Ora si insedierà il Comitato di Valutazione per la verifica della validità delle domande. La valutazione si svolgerà secondo l'ordine cronologico di presentazione e, terminata la fase istruttoria, verranno stilate due graduatorie provvisorie, una per ciascuna Linea di intervento.
    "Fi.R.A., in pieno accordo con Regione Abruzzo - dichiara l'assessore allo Sviluppo economico, Daniele D'Amario - sta dando una risposta concreta ai bisogni delle imprese abruzzesi e i numeri di questo Avviso ci danno ragione di credere che siamo sulla strada giusta. Ma è di pochi giorni fa la notizia che investiremo altri 5 milioni di euro per le Mpmi abruzzesi, emanando dei voucher finalizzati all'abbattimento dei tassi di interesse dei prestiti bancari oppure alla concessione di un buono sui premi di garanzia prestati dai confidi regionali, quindi le misure di sostegno al credito aziendale non finiscono qui".
    "Era prevedibile che sulla Linea B confluissero più domande - commenta il presidente di Fi.R.A. Giacomo D'Ignazio - benché in origine questa Misura fosse stata pensata per agevolare, in particolar modo, le imprese del comparto turistico, quelle più duramente colpite dalla crisi pandemica degli scorsi anni. Ma con la delicata fase congiunturale che stiamo attraversando, cui al Covid si è unito il conflitto bellico in Ucraina, le problematiche legate alla liquidità delle imprese si sono aggravate e nessun comparto è rimasto indenne". (ANSA).
   

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