Abruzzo

Giorno memoria, a Chieti cerimonia in prefettura e scuola

Il ricorso di Oberdorfer, docente vittima leggi razziali

Redazione Ansa

(ANSA) - CHIETI, 27 GEN - Il prefetto di Chieti Mario Della Cioppa, con il sindaco di Chieti Diego Ferrara e il vice sindaco di Vasto Felicia Fioravante, ha consegnato le Medaglie d'onore ai famigliari di Giuseppe Di Giovancesario, Nicola Valentini, Luigi Bottone ed Enrico Febbo nel corso di una cerimonia in prefettura nel "Giorno della Memoria". Il prefetto ha sottolineato come l'importanza della giornata sia stata cristallizzata in ben due leggi, a riprova dell'attenzione rivolta dallo Stato al ricordo di quanto accaduto in un passato, seppur recente, e nella speranza che, proprio per il tramite della narrazione anche da parte dei discendenti degli internati, non possano più ripetersi crimini di tal genere.
    Sempre a Chieti una cerimonia commemorativa si è svolta all'istituto superiore "Galiani de Sterlich", guidato dalla dirigente Daniela Baldassarre, dinanzi al cui ingresso nel 2016 l'artista tedesco Gunter Demning ha installato la Pietra d'Inciampo in memoria dello scrittore e letterato ebreo di origini triestine Aldo Oberdorfer, docente dell'Istituto allontanato dall'insegnamento dopo l'emanazione delle leggi razziali nel 1938 e morto nel campo di internamento di Lanciano il 14 settembre 1941. L'iniziativa è stata organizzata dalla docente di lettere e storia Alessia Argentieri, piccole pietre sono state deposte intorno alla Pietra d'Inciampo, mentre i ragazzi hanno letto brani dal libro su un ragazzo deportato a 15 anni. Un Istituto nel quale, accogliendo l'invito di Yad Vashem di Gerusalemme, l'Ente nazionale israeliano per la Memoria della Shoah, alcuni studenti hanno "adottato" il ricordo di una singola vittima che ha trovato la morte in un campo di concentramento e non solo.
    "Come Anpi siamo memoria attiva - ha detto il presidente di Anpi Chieti, Gianluca Antonucci a margine della cerimonia nella scuola - Non ci saranno più i testimoni ed è importante che quando va via il ricordo ci sia la memoria. Vogliamo una memoria attiva affinché alcune cose, magari anche per ignoranza, non rientrino sotto altra forma semplicemente perché trovano terreno fertile in menti pronte ad accogliere, come gli alunni, ma che non hanno una formazione dietro". (ANSA).
   

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