Abruzzo

Nuova Pescara: Radicali, basta rinvii, nominare commissario

Varveri, proposta di legge di Sospiri fuori da ogni logica

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 21 GEN - I Radicali Abruzzo accolgono negativamente la proposta di legge presentata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, relativa alle tempistiche e al percorso per l'istituzione della Nuova Pescara e chiedono che si proceda alla nomina di un commissario ad acta, ricordando che "sono trascorsi nove anni dal referendum".
    "Un disegno di legge fuori da ogni logica - commenta il segretario di Radicali Abruzzo, Riccardo Varveri - Sono trascorsi ben nove anni dal referendum per la fusione dei comuni di Spoltore, Montesilvano e Pescara del 2014, ma la politica sembra unanime nell'idea di far slittare ulteriormente la data, posticipandola al 2027.
    "Una follia, almeno per due motivi: il primo è l'eccesso di durata; se vogliamo fare un paragone, la Brexit, processo i cui aspetti burocratici erano ben più numerosi e complessi rispetto alla fusione di tre comuni, è avvenuta in soli otto mesi; in ancora minor tempo è avvenuta la fusione tra Castellammare Adriatico e Pescara per volere del Vate Gabriele d'Annunzio nel 1927. Il secondo è di natura logica: in cinque anni la classe politica non è riuscita a realizzare nulla di concreto. Sarebbe una presa in giro se in poco più di sette mesi ne raggiungessero addirittura tre principali".
    "Parliamoci chiaro: lo spettacolo cui assistiamo da ormai quasi dieci anni - aggiunge - sembra sempre di più una vera e propria presa in giro nei confronti degli elettori ed appare sempre più chiara la volontà politica di non dare seguito all'esito della consultazione popolare. I politici coinvolti si assumano la responsabilità di dire che non vogliono questa fusione o prendano atto di non essere capaci di condurla a buon fine. E quindi si proceda senza ulteriori indugi alla nomina del commissario ad acta. Il sostanziale tradimento della volontà popolare contribuisce alla disaffezione al voto e al ritenere sempre più inutile il prendere parte alla vita democratica del paese". (ANSA).
   

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