Abruzzo

Riondino, portiamo all'Aquila l'essenza del Decameron

Cantautore ospite di Univaq, importante divulgare letteratura

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 09 NOV - "Le cento novelle di Boccaccio accarezzano psicologia, morale, filosofia. La materia di queste storie sono le nostre relazioni tra eros, paura e desiderio".
    Cantautore, musicista, regista e scrittore, David Riondino è arrivato all'Aquila per uno degli appuntamenti culturali più attesi della stagione culturale dell'Università dell'Aquila. La sua performance, dal titolo "Decameron. Canzoni e Storie", è inserita all'interno della rassegna culturale dell'ateneo aquilano "Un anno con tredici lune", così come nella due giorni di convegno "Paleopatologia della novella dal Medioevo al XVII secolo".
    Lo spettacolo di Riondino offre un costruito di parole e musica in collaborazione con Maurizio Fiorilla, professore all'Università Roma Tre e curatore di due edizioni del capolavoro di Boccaccio, pietra miliare della letteratura italiana.
    "In occasione del settimo centenario della nascita di Boccaccio - ricorda Riondino - ho collaborato con Fiorilla a un programma su Radio 3 dal titolo 'Umana cosa', in cui sono intervenuti studiosi, scrittori, attori, giornalisti e musicisti. Per ciascuna di quelle puntate ho composto ballate musicali ispirate alle novelle boccacciane, registrate anche settimana per settimana. Da lì è nata un'intesa che fa leva sul fatto che il professore, oltre a essere un titolato filologo, era anche un ottimo bassista. In scena è brillante e capace, forte del suo basso Fender. Così abbiamo deciso di esportare il progetto, portando avanti questa collaborazione". Durante lo spettacolo, il Decameron viene attraversato nei suoi momenti strutturali e vengono raccontate le novelle più famose (come quella di Alatiel, di Tancredi e Ghismonda, di Federico degli Alberighi, di Madonna Filippa e altre). Un esperimento nel segno della divulgazione culturale, specie se parte in ambito accademico.
    "Sarebbe opportuno - aggiunge Riondino - che il grande tesoro letterario che sta nelle biblioteche così come il sapere che si insegna nelle università, fossero costantemente rielaborati in forme diverse, non tanto per ridurlo, quanto per avere uno strumento per farlo circolare. Sono stato di recente a Pavia e ho collaborato a un'iniziativa dell'ateneo locale in tal senso".
    (ANSA).
   

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