Abruzzo

Elezioni: Fina (Pd), la vera partita sarà alle regionali

Il neoeletto senatore resterà segretario del partito in Abruzzo

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 26 SET - "La partita delle elezioni regionali è solo iniziata e abbiamo 15 mesi davanti per riconquistare l'Emiciclo". Così il neoeletto senatore del Partito democratico Michele Fina, che resterà in carica anche come segretario del partito in Abruzzo. "Il mio mandato è iniziato per dare una risposta diversa alle passate consultazioni regionali che hanno visto Marco Marsilio diventare presidente - ha ricordato in conferenza stampa questo pomeriggio all'Aquila - Per questo motivo, la partita è ancora tutta da giocare sul territorio".
    "In queste ore sto ricevendo tanti messaggi, dai toni diversi, ma concentrati su priorità e temi già condivisi, dalle emergenze delle aree interne alla bonifica della discarica di Bussi (Pescara) ad esempio, con uno spirito chiaramente combattivo per mettere in campo un'opposizione concreta non solo in aula, in Parlamento, ma anche nelle strade e nelle piazze.
    Allo stesso modo - aggiunge Fina - c'è da costruire un percorso per rappresentare un'alternativa credibile in vista delle prossime regionali".
    "Di fatto - ha aggiunto il neoeletto senatore con il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci a fare da eco - Marsilio avrà filo da torcere. Sinora ha potuto giocare sul fatto che al governo c'erano altre forze rispetto a Fratelli d'Italia, anche se queste parole non sembrano averlo aiutato nell'indice di gradimento stilato tra i governatori. Adesso però, con chi se la prenderà? Contro chi si scatenerà per i ritardi del governo nazionale?".
    Sulla stessa linea il consigliere regionale Sandro Mariani: "Dobbiamo intensificare l'azione dell'opposizione in Regione - ha detto - Abbiamo aspettato tre anni, ma ora ora dobbiamo opporci in maniera intensa. Mettiamo al centro per gli abruzzesi una coalizione e un'agenda credibile e, sono certo, se faremo questo, gli abruzzesi manderanno a casa questo governatore che non sentono neanche più il loro presidente". (ANSA).
   

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