Abruzzo

Imprese: Intesa, per Abruzzo è centrale propensione export

Redazione Ansa

(ANSA) - CHIETI, 21 GIU - I livelli di Pil dell'Abruzzo già prima della crisi pandemica erano ancora al di sotto rispetto a quelli delle crisi precedenti, mentre per i dati del 2021 si stima un recupero rispetto ai minimi della crisi pandemica con ritmi prossimi a quelli dell'Italia nel suo complesso. Centrale la propensione all'export del sistema produttivo regionale, la presenza di distretti industriali ed il ruolo presente e prospettico delle filiere. Sono i dati, a cura della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, presentati in occasione dell'incontro sul tema "Costruire il futuro: strategie e opportunità per l'economia abruzzese" in corso a Chieti.
    L'Abruzzo ha una buona incidenza di manifatturiero nel tessuto economico, che favorisce una propensione all'export pari al 29,5%, in linea con la media italiana (29,2%). Come altre regioni del Mezzogiorno, ha anche una maggior incidenza di imprese di piccole dimensioni (75% gli addetti nelle imprese micro e piccole verso una media italiana del 70%) che potrebbero risentire maggiormente degli effetti dell'attuale crisi per la minore forza contrattuale nel trasferire a valle gli incrementi di costi.
    L'effetto congiunto dell'introduzione dei dazi e dei colli di bottiglia creati dalla pandemia - rileva lo studio - sta portando ad un ripensamento delle filiere di fornitura verso un avvicinamento degli approvvigionamenti, trend che con ogni probabilità sarà ancora più cruciale alla luce delle nuove criticità create dal conflitto.
    Tra le filiere più rappresentative dell'economia abruzzese, oltre all'alimentare e bevande e all'abbigliamento, sono cresciute la meccanica e l'automotive. Queste filiere a loro volta attivano altre produzioni, come i prodotti in metallo, la gomma e plastica, l'elettronica. (ANSA).
   

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