Abruzzo

Sanità: NurSind, caos Pronto soccorso Pescara, ecco proposte

Lettera a Marsilio e Verì, più letti in ospedali Penne e Popoli

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 09 GIU - "Potenziamento dei posti letto negli ospedali di Popoli e Penne per poter trasferire i pazienti che non riescono a trovare posti letto in quello di Pescara; rinnovi di accordi con le Cliniche Private Convenzionate, liberando Il Pronto soccorso da ricoveri stabili che impediscono di fornire all'utenza un servizio efficiente ed efficace con tempi di attesa ridotti; potenziamento del personale medico anche tramite incentivi, utilizzando anche personale della Asl in regime di straordinario". E' quanto chiede il NurSind Pescara che, a proposito del pronto soccorso del capoluogo adriatico, parla di "afflusso insostenibile", tanto che la struttura "non riesce più a fare il suo lavoro".
    In una lettera inviata, tra gli altri, al presidente della Regione Abruzzo, Marco Massilio, all'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, e al direttore generale della Asl, il segretario provinciale del NurSind, Antonio Argentini, sottolinea che gli spazi del pronto soccorso "sono inadeguati per il numero dei pazienti da trattare" e che la struttura si è trasformata "in un reparto multidisciplinare che non fa solo accertamenti e prestazioni di emergenza per poi trasferirli nei reparti di competenza".
    Argentini parla di "un vero e proprio reparto che eroga diverse prestazioni come terapie, assistenza alberghiera, che mediamente hanno una permanenza di 7/9 giorni", con il risultato di un "inaccettabile allungamento dei tempi di attesa dei vari codici colore. La riduzione dei posti letto e dei servizi negli ospedali di Popoli e Penne perpetrata in questi anni - aggiunge - non ha fatto altro che accentrare il tutto presso Pescara, portando ad un aumento esponenziale delle prestazioni".
    Il segretario sottolinea infine che "il personale medico è insufficiente perché non reperibile sul mercato, ma anche perché viste le responsabilità e le possibili denunce, molti rinunciano a candidarsi" e ricorda che "l'eccessivo stress psicofisico favorisce malattie e infortuni del personale e la possibilità di commettere errori, conl'impossibilità di assicurare un'assistenza adeguata". (ANSA).
   

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