Abruzzo

Nuoto: Minotti (Aniene), gli atleti non devono avere limiti

A una età giovane "doti fisiche prevalgono su aspetto tecnico"

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 04 APR - "La bravura degli allenatori è far capire che comunque non ci sono dei limiti che l'atleta deve avere". A sostenerlo è il tecnico dell'Aniene, Christian Minotti, interpellato dall'ANSA su come si fa a crescere i giovani talenti e come capire e sviluppare le potenzialità che hanno, soffermandosi e portando ad esempio l'abruzzese Valentina Procaccini e la pugliese Benedetta Pilato.
    A una età molto giovane "le doti fisiche prevalgono sull'aspetto tecnico - spiega Minotti - perché poi il merito dell'allenatore sta anche nel saper individuare cosa andare a migliorare, come migliorarlo, cercare di migliorarlo, perché comunque devi entrare nella testa dell'atleta, far capire all'atleta che è fondamentale correggere alcune dinamiche o aspetti tecnici; su questo poi ognuno ha i suoi metodi. Ovvio che Procaccini veniva già con dei risultati da Esordiente molto promettenti, ma era comunque una ragazza che arrivava al massimo ai 100 m sl. La sua gara erano i 100, i 200 sl già le rimanevano n po' più difficili più difficile, 400 sl non se ne parlava.
    Adesso è un'atleta che nuota dal 50 sl agli 800 sl".
    "Sta all'allenatore individuare quali sono gli aspetti sui quali lavorare - prosegue - poi ognuno sceglie: cioè io potevo scegliere di farle continuare a fare i 100 sl e i 50 sl e basta e invece le ho insegnato a capire che nella vita si può fare tutto. Certo magari alcune cose riescono meglio, alcune riescono meno bene, ma comunque bisogna continuare a crescere e cercare di lavorare fino a quando poi non sarà l'età a stabilire quali sono esattamente le sue caratteristiche migliori".
    "Faccio un altro esempio: Benedetta Pilato - sottolinea - è chiaramente una ragazza che ha nuotato sempre quando era giovane i 50 e 100 rana. Quest'anno è arrivata a nuotare i 200 però fino all'anno nessuno magari avrebbe pensato che poteva nuotare in vasca corta un 200 rana o comunque quando lo nuotava aveva delle difficoltà".
    "La bravura degli allenatori è far capire che comunque non ci sono dei limiti che l'atleta deve avere. L'atleta - conclude Minotti - deve ascoltare l'allenatore e cercare di mettere in pratica quello che l'allenatore gli chiede; poi ovvio che sicuramente ci sono tanti aspetti e tante prerogative che stanno soprattutto nella testa dell'atleta, e se l'atleta poi già si definisce un velocista o un mezzofondista, una cosa del genere rimane difficile da poterci lavorare sopra". (ANSA).
   

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