Abruzzo

Tartufo, Cerretano a Regione Abruzzo 'servono norme tutela'

Presidente Fnati,agevolare affidamento terreni nascita spontanea

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 26 MAR - "Servono norme di gestione del territorio che agevolino l'affidamento dei terreni dove il tartufo nasce spontaneo e la manutenzione delle aree per mantenere inalterato l'ecosistema tartufigeno". Questa la richiesta che il presidente della Federazione nazionale associazione tartufai italiana (Fnati), Fabio Cerretano, ha inviato alla Regione Abruzzo e al Comando dei carabinieri forestali, alla luce di una situazione sempre più incandescente e fuori controllo che rischia di compromettere migliaia di ettari di terra dove il prestigioso tartufo abruzzese cresce spontaneamente.
    "Il 16 dicembre scorso l'Unesco ha dichiarato 'La Cerca e Cavatura del Tartufo in Italia: Conoscenze e pratiche tradizionali', patrimonio immateriale dell'Umanità - ha continuato Cerretano - per l'Italia e l'Abruzzo, e non solo per i tartufai, è un riconoscimento molto importante. Si dà atto dell'esistenza di una 'pratica e delle conoscenze necessarie per praticarla' che si tramanda di padre in figlio, oramai, da secoli". Tra i principi fondamentali è stato inserito il diritto all'ambiente nell'interesse delle future generazioni. L'8 febbraio scorso la Camera ha approvato, definitivamente, la variazione degli articoli 4 e 9 mentre è stato rimarcato che secondo l'articolo 41 "l'iniziativa economica privata non può svolgersi in danno alla salute e all'ambiente". "Alla luce di queste novità vi chiediamo di porre maggiore tutela all'ambiente tartufigeno, attraverso controlli mirati e volti a evitare la raccolta fuori periodo e in particolare con mezzi distruttivi quale la zappa - ha scritto ancora Cerretano - Inoltre, sempre nel rispetto del patrimonio Unesco e dei nuovi diritti costituzionali vi preghiamo di tenere maggiormente da conto il diritto alla libera ricerca. Libera cerca intesa in primis come diritto di avere territori liberi su cui andare a tartufi in misura molto maggiore ai terreni di cui è riservata la raccolta (tartufaie controllate)". Secondo il presidente, della Fnati, "parliamo di terreni non coltivati, perché le coltivazioni tartufigene, nel senso agrario del termine, esulano dal discorso 'libera cerca'". (ANSA).
   

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