Abruzzo

L'anarchico Schirru e il giudice fascista, processo a teatro

Tribunale Speciale e condanna a morte, piece omaggio a storia

Redazione Ansa

(ANSA) - GUARDIAGRELE, 10 SET - L'abruzzese Guido Cristini, giovane e feroce presidente del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, il massimo organo della giustizia ingiusta del regime mussoliniano, nella famigerata aula IV del Palazzaccio romano, l'attuale sede della Corte di cassazione, contrapposto all'anarchico americano di origine sarda Michele "Mike" Schirru, tristemente passato alla storia del ventennio in orbace per essere stato arrestato, processato, condannato e fucilato, il 29 maggio 1931, a Forte Braschi, solo per aver avuto l'intenzione di uccidere il Duce. La storia diventa un piece teatrale in "Il giudice nero", atto unico in sette scene, testo teatrale di Elsa Flacco, pubblicato da Divergenze di Belgioioso di Pavia, nel marzo scorso. Opera tratta da uno dei processi ricostruiti nel saggio "Il Tribunale speciale e la presidenza di Guido Cristini 1928-1932", del giornalista Pablo Dell'Osa, edito da Mursia di Milano nel 2017. Due gli appuntamenti, entrambi previsti per sabato prossimo, 11 settembre. Il primo, alle 18, nel teatro municipale di piazza Giuseppe Mazzini, ad Orsogna, cittadina del socialista Pasquale Galliano Magno, l'avvocato di Giacomo Matteotti nel macabro processo farsa di Chieti, dal 16 al 24 marzo 1926, bastonato a sangue proprio da Cristini. La seconda rappresentazione sarà alle 21, nell'auditorium comunale di piazza Alcide Cervi, a Guardiagrele, città natale di Cristini.
    La produzione è della Compagnia dell'Elefante, di Pavia, fondata nel 2019. Il prologo sarà di Franz di Maggio. Le musiche originali saranno di Maurizio Colasanti. La regia sarà di Di Maggio e di Lieselotte Zucca.
    Quello dell'anarchico Schirru è un assassinio di fatto mai passato dalla fase della teoria a quella della pratica.
    Sedicente emulo di Bruto fatto fuori, a 32 anni, con una scarica di piombo, come acerrimo nemico del Belpaese secondo la sentenza, firmata proprio dal giudice nero Cristini, che conteneva l'aberrante espressione: «Attentare alla vita di Benito Mussolini significa attentare alla grandezza dell'Italia, attentare all'umanità, perché il Duce appartiene all'umanità».
    (ANSA).
   

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