(ANSA) - L'AQUILA, 30 AGO - "Dopo un viaggio infernale ed aver temuto per giorni di non farcela a lasciare la loro terra dove è tornato il regime talebano, i profughi afghani adulti dormono e si riposano per recuperare tranquillità e serenità per poi ricominciare una nuova vita in un paese di cui conoscono ed apprezzano cultura ed abitudini. I bambini invece giocano e si divertono. Insomma, il clima con il passare delle ore è sempre più sereno". E' uno di coloro che è in prima linea, il direttore dell'agenzia regionale abruzzese di Protezione civile, Mauro Casinghini, a raccontare la giornata tipo dei profughi fuggiti dall'inferno afghano ospitati nell'hub di prima accoglienza e di smistamento nell'interporto di Avezzano (L'Aquila).
Nel campo base gestito dalla Croce Rossa Italiana e dalla stessa Protezione civile, oggi ci sono oltre 1.200 persone e come sottolinea Casinghini, gli arrivi "per ora sono finiti anche in ragione delle grandissime difficoltà degli imbarchi all'aeroporto di Kabul e alla scadenza temporale per lasciare il paese del 31 agosto".
Secondo il programma, l'hub chiuderà entro il 2 settembre prossimo: la permanenza nell'hub è di 48 ore, cinque giorni negli alberghi a completamento dei sette giorni di quarantena.
Le persone arrivano all'aeroporto di Fiumicino "dove dopo giorni di terrore vengono accolti nel terminal cinque e dove vengono tamponati e ricevono una prima assistenza - spiega ancora Casighini -. In quel momento, cominciata la quarantena di sette giorni, vengono inviati ad Avezzano dove vengono visitati, assistiti, accuditi e messi in lista per il vaccino, con l'ausilio di medici e mediatori e naturalmente di Pc, Cri e personale del commissario per la emergenza. Nelle 48 ore nelle tende, prevalentemente si rilassano per recuperare le forze dopo giorni terribili". (ANSA).
Nel grande hub di Avezzano, 'la mia vita da profugo'
Circa 1.300 afghani nel centro di prima accoglienza