Abruzzo

Moti 1971: Dante, schema L'Aquila-Reggio senza riscontro

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 14 APR - "Per molto tempo mi sono fatto condizionare dai giornalisti alla 'Paese sera', comunisti ispirati allo schema "L'Aquila-Reggio". Schema che non ebbe nessuno riscontro nella vicenda politica amministrativa. La vicenda aquilana è stata contrassegnata più da esperienze democratiche persino sperimentali che da rigurgiti di destra".
    Così il docente di Storia moderna della università dell'Aquila Umberto Dante, 73 anni di origini romane ma aquilano di adozione, arrivato all'Aquila poco dopo i moti del '71, anno in cui si stava laureando a Cagliari in Lettere moderne.
    Il presidente dell'Istituto Abruzzese si Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea fa una rilettura da storico. "Mi sembra indiscutibile questo dato: dall'amministrazione Lopardi alle candidature di Pannella e di Cecchini, alla stessa amministrazione Tempesta, sino alla maggioranza attuale, niente di eversivo è apparso nella gestione della vita pubblica. Lo stesso terrorismo comunista ha avuto una dinamica mediocre e marginale. Anche 'tangentopoli' rientra in tendenze nazionali. Gli episodi più rilevanti investono la Regione Abruzzo e personaggi non aquilani -chiarisce lo studioso per il quale "il '71 andrebbe completamente riconsiderato, addirittura riproposto".
    "Ritengo sia una chiave interpretativa da considerare.
    Soprattutto in questi tempi recenti di crisi della politica e dei partiti. Quelle sedi devastate e quella piazza autonoma e carica di soggettività - aggiunge - mi sembrano realtà attuali.
    Situazioni tutte da verificare, ma in ogni caso degne di una valutazione ponderata. Certo, non dentro un ragionamento grossolanamente marxista, come si fece negli anni '70. Ma alla luce di un recupero delle identità, dei rapporti tra le popolazioni e i poteri. E dentro una crescente crisi dei principi basilari della democrazia". (ANSA).
   

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