Abruzzo

Moti aquilani: cronaca avvenimenti, 26 febbraio 1971

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 26 FEB - Nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 1971, scoppiò, incontrollata, la rivolta degli aquilani a difesa delle prerogative del capoluogo di regione. A causare i moti fu il compromesso tra Dc e Pci sull'articolo 2 dello Statuto della Regione: fu annunciata la possibilità di tenere le riunioni di Giunta e Consiglio regionale anche a Pescara, e ci fu la spartizione degli assessorati, con il centro adriatico che ne ebbe sette, importanti a livello economico e amministrativo, mentre all'Aquila ne vennero affidati tre di minore importanza.
    Ecco la cronaca di quelle giornate di scontri e proteste.
    26 febbraio - L'Aquila accoglie l'assemblea del Consiglio regionale con uno sciopero generale organizzato dal Comitato cittadino d'azione a difesa dei privilegi del capoluogo di regione; - ore 15 - si riunisce il gruppo consiliare della Dc per esplorare l'ipotesi di accordo sulla formulazione dell'art.2 dello Statuto raggiunto la sera prima tra i capigruppo, che prevedeva quattro assessorati all'Aquila e sei a Pescara, con il consiglio che si sarebbe svolto di norma all'Aquila e la Giunta a Pescara; l'accordo non viene ratificato per cui bisogna trovare una nuova ipotesi di accordo; - ore 16 - torna a riunirsi il Consiglio regionale per la seduta pomeridiana, mentre riprende una trattativa tra i consiglieri nei corridoi, per un nuovo accordo ma senza risultati; - ore 19 - Il Consiglio è sospeso e viene convocata una riunione dei capigruppo; Luciano Fabiani, segretario provinciale dell'Aquila della Dc, invita il pubblico presente a capire la delicatezza del momento, mantre ai capigruppo chiede una soluzione 'abruzzese'; dopo un'ora di discussione si trova l'accordo che prevede sette assessorati a Pescara e tre all'Aquila, con riunioni di Consiglio da tenersi all'Aquila o Pescara; - ore 20 - il presidente dell'assemblea Emilio Mattucci, nel leggere l'art.2 dello Statuto, sbaglia a pronunciare una vocale - legge 'e' invece della 'o' - scatenando la protesta della folla che lancia monetine all'indirizzo dei consiglieri e tenta di assalire i politici, trattenuta dalle forze dell'ordine; i consiglieri sono costretti a rifugiarsi nel Gabinetto del Prefetto; - ore 21 - vanno a vuoto i tentativi di alcuni consiglieri per calmare la folla inferocita presente in Prefettura; a nulla vale anche l'appello del presidente del Comitato cittadino d'azione; si tenta di nuovo di assaltare gli scranni lasciati vuoti dai consiglieri, le forze dell'ordine respingono l'attacco; - ore 22 - sul posto arriva il sindaco dell'Aquila, Tullio De Rubeis, tentando di convincere i suoi cittadini a desistere, ma senza fortuna; nuovo assalto al consiglio, ancora respinto; - ore 23.30-24 - arrivano i rinforzi dei carabinieri con il Battaglione Allievi di Chieti che riesce a sgomberare l'aula spiegando alla folla che la votazione è stata rinviata; i consiglieri, scortati dalla polizia, vengono fatti uscire da una porta secondaria dopo avere approvato l'art.2 con 38 voti favorevoli su 40, unico contrario il consigliere del Msi.
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it