Abruzzo

Moti aquilani: Petruccioli, lo Statuto è rimasto quello

Ex segretario Pci Abruzzo e presidente Rai tra protagonisti

Redazione Ansa

 "Ho vissuto il parto di quello Statuto e le giornate sia di Pescara che dell'Aquila: certo, fu una fiammata, ma non è paragonabile a quanto è accaduto a Reggio Calabria. Lì ci furono i morti, lì si sparava. Nonostante tutto la parte delle sedi di Consiglio e Giunta a L'Aquila e Pescara è rimasta quella, segno che aveva una sua logica". Claudio Petruccioli, ex presidente Rai, fu segretario del Pci in Abruzzo dal 1969 al 1971, proprio nei giorni della nascita della Regione Abruzzo, e tra i protagonisti delle vicende dei Moti Aquilani, la sommossa che a partire dal 26 febbraio 1971, vide il capoluogo messo a ferro e fuoco per un dualismo con Pescara sulle sedi istituzionali della Regione.
    "E io fui molto più preoccupato per Pescara - chiarisce Petruccioli - perché l'epicentro degli scontri del giugno 1970 fu la zona della vecchia stazione, che insieme alla statale Adriatica tagliava in due non solo la città, ma l'Italia intera: se avessero 'chiuso' quel punto sarebbe stato grave".
    Lontani, ma vivissimi ricordi di un giovane dirigente politico che poi avrebbe fatto una importante carriera nel Pci fino a diventare direttore dell'Unità, che sono confluiti in un libro uscito nel 2011, per i 40 anni degli eventi aquilani e pescaresi. Un libro di memorie, ma anche una riflessione politica su quei momenti e sul regionalismo abruzzese.
    "Le regioni entrarono a regime con la seconda legislatura, quella del 1975: l'impegno del Pci ne favorì il successo iniziale - prosegue Petruccioli - ma il periodo d'oro terminò con gli anni '70. Già negli anni '80 con l'aumento del debito pubblico iniziò un processo di degenerazione che non fece mantenere le premesse. La sanità assorbì l'80% delle risorse e le Regioni divennero il luogo di uno scontro di potere: infatti gran parte degli scandali che hanno sconvolto il regionalismo derivano da lì, vedi la vicenda di Del Turco in Abruzzo, o l'Umbria recente. E' stato snaturato l'istituto: è il segno che il sistema regionale decentrato è fallito. E' caduta insomma la capacità di Governo, distratta dai miliardi della sanità".
    La lotta per le sedi regionali in Abruzzo aveva un fondamento? La sommossa aquilana non era in certe premesse? "Non è detto - ribatte Petruccioli che fu tra i disegnatori della parte 'incriminata' dello Statuto - Dopo quei giorni l'Abruzzo ebbe un balzo in avanti, era vivace, ma il tema Pescara è rimasto, vedi la nascita ora della Grande Pescara: lì c'era già l'area urbana integrata con un quarto degli abitanti della regione. La verità è che l'Abruzzo è stato disegnato male dall'inizio, ecco perché ci sono due autostrade, con L'Aquila (e la Marsica) che guardano verso Roma, in mezzo le montagne a dividere: la geografia è importante". 
   

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