Abruzzo

Infortuni da Covid-19, Cisl Fp'da settore sanità 76,7% casi'

In Abruzzo 857 denunce a Inail da gennaio a fine ottobre

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, DEC 1 - Le denunce di infortunio da Covid-19 evidenziano la precarietà nei luoghi di lavoro della pubblica amministrazione anche in Abruzzo. Lo afferma il segretario generale di Cisl Fp Abruzzo Molise, Vincenzo Mennucci, riferendosi ai dati pubblicati dall'Inail Abruzzo, sottolineando che il 76,7% delle denunce riguardano il settore "Sanità e assistenza sociale": ospedali, case di cura e di riposo incidono per il 90% circa. Da gennaio al 31 ottobre 2020, fa sapere Mennucci, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono state 857 (1,3% del dato nazionale) di cui 12 con esito mortale (3,6 % del dato nazionale). Rispetto ai dati rilevati al 30 settembre le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate in Abruzzo di 216 casi (208 dei quali a ottobre). Le professioni più colpite dal virus, fa sapere Mennucci, risultano "tra i tecnici della salute l'89% gli infermieri; tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali tutte le denunce sono afferenti a operatori socio sanitari, tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari il 38% sono ausiliari ospedalieri e il 35% ausiliari sanitari portantini, tra gli impiegati addetti a segreteria e affari generali il 70% lavora negli uffici amministrativi, il 30% in quelli di segreteria". Dal 31 ottobre a oggi "la situazione sanitaria è peggiorata in Abruzzo" dichiara Mennucci secondo il quale "i dati Inail ci restituiscono in termini numerici la tragicità di quanto sta accadendo dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e soprattutto che il covid-19 colpisce maggiormente il personale in prima linea, cioè lavoratrici e lavoratori del settore 'Sanità e assistenza sociale'". E la richiesta di sicurezza sul lavoro è tra le motivazioni per cui Cgil Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero nazionale del pubblico impiego il 9 dicembre 2020. Per il sindacalista "i carichi di lavoro presso le strutture ospedaliere devono essere fisicamente e psicologicamente sostenibili, non è più accettabile che i turni si protraggano oltre le 12 ore a causa della cronica carenza di personale, ore di straordinario il più delle volte non retribuito perché i fondi sono finiti, oltre al fatto che gravano sulla salute del personale sanitario con il rischio di abbassare fortemente la qualità dell'erogazione di servizi e cure". "La pubblica amministrazione - conclude il segretario generale di Cisl Fp Abruzzo Molise - ha bisogno di essere attualizzata e rinnovata anche e soprattutto attraverso la contrattazione per garantire a tutti i cittadini pensioni, cassa integrazione, cure sanitarie, istruzione, sicurezza, servizi pubblici essenziali che in tempo di lockdown non sono mai venuti a mancare". (ANSA)

Leggi l'articolo completo su ANSA.it