Abruzzo

Coronavirus: assessore tornato medico, falsità da sinistra

Liris, sono epidemiologo, incarico gratis in amministrazione

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 7 APR - "Il mio incarico alla Asl è completamente gratuito. Torno a fare il lavoro che amo per dare una mano in questa drammatica pandemia, ma il mio impegno in Regione non è mai venuto meno e mai lo sarà". Così, in una nota, l'assessore regionale Guido Quintino Liris dopo le polemiche dei giorni scorsi da esponenti di sinistra, compresa una interrogazione parlamentare Pd, circa una presunta incompatibilità dell'attività di medico e quella di assessore. "Sono un epidemiologo - spiega - c'è molto da fare e quindi ho pensato di rendermi utile interrogando per settimane esperti della PA per individuare un percorso legittimo e corretto, senza alcun guadagno per la mia persona; così, da subito ho chiesto che il mio impegno fosse considerato volontario e gratuito". L'assessore poi elenca e smentisce le quattro accuse e falsità che gli sono state rivolte: la presunta sovrapposizione di incarico e stipendi, l'idea che fosse impegnato in corsia, la presunta inconciliabilità in termini di tempo delle attività di medico e assessore e la presunta acquisizione di ruoli all'interno della Asl dell'Aquila.
    In merito alla prima accusa sostiene che "per evitare dispute giuridiche che avrebbero sottratto tempo prezioso, tanto all'Asl quanto alla Regione Abruzzo (pur avendo in mano pareri di giuristi molto qualificati che escludono qualsiasi forma di incompatibilità) ho formalizzato, ben prima dell'inizio delle sinistre polemiche, una dichiarazione con cui garantisco la gratuità delle mie prestazioni professionali". Alla seconda risponde che "un epidemiologo non deve intubare i pazienti, ma ha altri compiti: la mia corsia è l'ospedale, la mia professionalità riguarda la gestione dell'epidemia, del contagio, del rischio, delle misure igienico-sanitarie, della gestione dei posti letto".
    In riferimento alla problematica tempo ribadisce che "il mio lavoro da assessore è sotto gli occhi di tutti, basta verificare la produzione degli atti e la mia presenza, anche fisica, in Regione Abruzzo. Lavorerò in ospedale fuori dalla mia attività di Giunta che non verrà minimamente intaccata, né nella quantità né nella qualità". Infine ricorda, per quanto concerne l'ultima accusa, che "l'ospedale è la mia casa, perché lì sono cresciuto professionalmente, ho studiato e lavorato, e dove un giorno vorrò tornare: lì c'è una parte importante della mia storia, di medico e di uomo. Mi occupavo di prevenzione dei tumori e screening sulla popolazione: non c'è nulla di più gratificante nell'evitare il pericolo di una patologia riducendone il rischio". (ANSA).
   

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