Abruzzo

Coronavirus: Pd a Liris, non puoi fare medico ed assessore

Pd Abruzzo contro scelta esponente Fdi di tornare Asl L’Aq

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 02 APR - "Liris deve scegliere, se non si dimette da consigliere, il presidente del Consiglio regionale Sospiri applichi la legge e avvii il procedimento decadenza".
    La scelta dell'assessore regionale al Bilancio e al Patrimonio Guido Liris, di Fratelli d'Italia, dirigente medico in aspettativa della Asl provinciale dell'Aquila, di tornare con un contratto part time a fare il medico all'ospedale dell'Aquila fatto insorgere il Pd: con una nota il segretario regionale, Michele Fina, assieme ai consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Sandro Mariani e ai parlamentari Stefania Pezzopane e Luciano D'Alfonso, sostengono che i due ruoli siano incompatibili ed invitano all'ex vice sindaco dell'Aquila a scegliere: “o la missione politica o di medico, altrimenti rischierebbe di abdicare rispetto ad entrambe le funzioni". Liris è stato eletto consigliere regionale alle regionali del 10 febbraio 2019 ed è stato poi nominato assessore, sia pure con le dimissioni da palazzo dell'Emiciclo, in virtù della legge elettorale abruzzese che permette la surroga del primo dei non eletti fino a quando il "titolare" non decade. "Prendiamo atto del gesto di generosità dell'assessore, e consigliere regionale Liris che, nel dimostrare il suo attaccamento alla terra e alla missione raccolta con il giuramento di Ippocrate, decide di tornare in servizio da dirigente medico della Asl 1. Ci chiediamo, tuttavia, se questa decisione comporterà le sue dimissioni da assessore e consigliere regionale - si legge nella nota -.
    Altrimenti non potrebbe essere, perché il d.lgs. 165/2001 obbliga gli eletti in Consiglio regionale all'aspettativa obbligatoria, con conservazione del posto di lavoro. Quindi, l'unico modo, per Liris, di tornare a fare il medico, sarebbe quello di smettere di fare l'assessore e il consigliere regionale. Resta comunque da capire, al di là delle questioni normative, come sarebbe possibile, in questo momento drammatico, conciliare due ruoli di così grande impegno e di così grande importanza. Ed è anche da capire, quale sarebbe l'utilità di tutto questo, tolto il ritorno pubblicitario che, con ogni ovvietà, è il fine della geniale trovata o, per meglio dire, della sceneggiata, un altro capitolo dopo quello a cui ci ha costretto ad assistere ieri il Presidente del Consiglio regionale ammainando la bandiera europea”.(ANSA).
   

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