Abruzzo

Lanciano ricorda campo di internamento

Celebrazioni con Anpi e Spinelli davanti monumento a Samudaripen

Redazione Ansa

(ANSA) - LANCIANO (CHIETI), 30 GEN - "Attraverso il racconto delle storie del campo di internamento di Lanciano possiamo passare da memoria individuale a memoria condivisa e collettiva, aiutando anche i giovani a capire". Così a Lanciano, città medaglia d'oro al valor militare, il presidente della sezione Anpi, Maria Saveria Borrelli, ha aperto le celebrazioni ufficiali della Giornata della Memoria in ricordo della Shoah degli Ebrei e del Porrajmos dei popoli nomadi. Scenario la piazza Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), morta ad Auschwitz come San Massimiliano Maria Kolbe, di cui Lanciano, da lunedì 27 gennaio espone, nel santuario del Miracolo Eucaristico, le reliquie giunte dalla Polonia. Nel campo di internamento femminile, a Villa Sorge, furono rinchiuse 77 donne ebree con 5 bambini. "Lanciano è una città con un parco delle memorie" ha ricordato Borrelli". E dopo Berlino, è la seconda città ad avere, dal 2018, un monumento al Samudaripen, l'olocausto di mezzo milione fra Romanì e Sinti: una statua in pietra della Majella con una poesia del musicista rom lancianese Santino Spinelli, in arte Alexian. Suo padre, Gennaro Spinelli, oggi 83enne, internato a 6 anni, fu poi portato dai fascisti in un campo di concentramento a Bari. "La memoria è fondamentale - dice Alexian - Il monumento al Samudaripen ricorda il martirio di Rom e Sinti, per 80 anni dimenticato, come se il genocidio non fosse mai stato compiuto. Noi, società civile, abbiamo il dovere morale di ricordare. Sono importanti anticorpi contro dittature, stermini e disvalori, questo il significato profondo del ricordo". Per il sindaco di Lanciano Mario Pupillo "sul genocidio di Rom e Sinti la storia è stata superficiale. Abbiamo fatto il monumento, su invito di Santino Spinelli, perché l'integrazione, con cultura e musica, è la via migliore. Mai abbassare la guardia". "Il ricordo - ha aggiunto il prefetto di Chieti, Giacomo Barbato - è l'unico modo per superare l'indifferenza. Come ha ricordato il presidente Mattarella, il Paese è percorso da un clima non confacente alla nostra storia e cultura. Non siamo esenti, da italiani, dalle nostre responsabilità perché ci sono state le leggi razziali. Quando ci accolleremo le responsabilità, allora inizieremo a fare un passo avanti". (ANSA)

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