Abruzzo

Meningite,morte cerebrale donna L'Aquila

Asl, avviate procedure per accertamento. Forma non contagiosa

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 19 GEN - Non ce l'ha fatta la 46enne insegnante aquilana ricoverata da mercoledì scorso al reparto di rianimazione dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila dopo essere stata colpita da meningite da pneumococco. Come informa una nota della Asl provinciale dell'Aquila, sono cominciate da poco le procedure per l'accertamento della morte cerebrale di Liana Salmaggi, in attuazione di quanto previsto dalla legge. Si tratta di una forma che, come già precisato venerdì scorso dalla Asl, non è contagiosa, non necessita di un'attività di profilassi e dunque non comporta rischi per la popolazione. L' insegnante, molto conosciuta e stimata nel capoluogo regionale, lascia il marito e due figlie. Stando a quanto si è appreso, era arrivata all'ospedale già in condizioni critiche: inutili sono stati i tentativi dei medici di salvarla.

SI' ALLA DONAZIONE DEGLI ORGANI - Sì alla donazione degli organi per l'insegnante aquilana morta per meningite da pneumococco all'ospedale dell'Aquila, la famiglia ha infatti autorizzato l'espianto. Terminate le procedure per l'accertamento della morte cerebrale sono cominciate in serata le operazioni per l'espianto degli organi sulla 46enne Liana Salmaggi. Sanitari e dirigenti della Asl provinciale dell'Aquila, nel partecipare al dolore di familiari e amici, ribadiscono che si tratta di una forma che, come già precisato venerdì scorso dalla Asl, non è contagiosa, non necessita di un'attività di profilassi e dunque non comporta rischi per la popolazione. L'insegnante, molto conosciuta e stimata nel capoluogo regionale, era arrivata al reparto di rianimazione dell'ospedale aquilano in condizioni già molto gravi nella serata di mercoledì. Secondo quanto si è appreso, nella stessa giornata, era andata a lavorare. Poi, nel pomeriggio era stata colta da sintomi definiti influenzali, nella serata le condizioni si sono aggravate con febbre alta e mal di testa per cui è stato necessario il ricovero. La famiglia, secondo quanto si è appreso, ringrazia i medici per avere profuso ogni sforzo per strappare la loro congiunta dalla morte. Ma i tentativi sono stati inutili alla luce di una forma molto aggressiva.  

Leggi l'articolo completo su ANSA.it