Abruzzo

Nuoto: Sportlife; genitori Propaganda, bambini penalizzati

Stop alle gare. 'Una sola parola per i responsabili: vergogna'.

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 18 MAG - I 130 bambini di Propaganda tesserati con l'associazione sportiva Sportlife SSD non parteciperanno alla 2/a Prova Grand Prix della Fin in programma domani, presso la piscina provinciale di Pescara, perché, come comunicato ieri dagli istruttori, l'organo federale ha deciso la sospensione dell'affiliazione della società, con il conseguente blocco dell'attività sportiva, a causa, tra le altre cose, di morosità pregresse per quote federali non pagate: per i genitori, dopo un mese da dimenticare, tra l'estromissione della Sportlife dalle Naiadi per quote spazio acqua che non sarebbero state pagate, la chiusura delle Naiadi per guasto, la sospensione delle attività, gli esodi forzati per riprendere gli allenamenti tra Silvi e Chieti, è l'epilogo beffa di una vicenda che vede per l'ennesima volta come vittime bambini dell'età compresa tra i sei e i nove anni. A renderlo noto sono gli stessi genitori in un comunicato.
    "Abbiamo solo una parola da dire - si prosegue nella nota - a chi ha permesso che accadesse tutto questo: vergogna. In primis si deve vergognare la Regione Abruzzo che ha evitato negli ultimi dieci anni di destinare soldi alla manutenzione di una struttura che è stata sempre spacciata come il fiore all'occhiello a livello regionale, permettendo a personaggi in cerca di autore di amministrarla in modo tutt'altro che limpido; in secundis a doversi vergognare è il presidente della Sportlife, che ha intascato quote sociali da 500 a 650 euro annuali senza consegnarci parte del kit come da contratto (mancano ancora accappatoio e borsa per i nuovi, maglietta e pantaloncini per quelli dal secondo anno in poi), per poi sparire e farsi rappresentare dagli istruttori o da note inviate agli organi di informazione per comunicarci le cattive notizie man mano che la dura realtà veniva fuori, non solo a Pescara, ma anche a Lanciano e a Chieti".
    "Alla vigilia della seconda gara stagionale - lamentano i genitori - scopriamo che i nostri figli non sono più nella competizione, che non si possono più mettere in acqua perché l'assicurazione pagata non vale più, che per finire la stagione dovremo tirare fuori altri soldi per pagare gli spazi acqua, l'assicurazione, gli istruttori: e se vogliamo fare le gare regionali il 23 giugno potremo farlo solo fuori classifica. Si deve vergognare anche la Fin Abruzzo, incapace di fermare questa farsa in tempo, incapace di controllo e vigilanza, per non parlare della tutela dei propri tesserati: a maggio ci si è accorti del mancato pagamento di quote federali dopo mesi di morosità".
    "A chi ha avuto in questi giorni l'affidamento per la gestione temporanea delle Naiadi facciamo i nostri migliori auguri di fare bene il loro lavoro - concludono nella nota - ricordando che non sarà sicuramente facile ottenere consenso perché dovranno guadagnarsi la fiducia di migliaia di utenti dopo che questa è stata profondamente tradita da chi li ha preceduti". (ANSA).
   

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