Abruzzo

Bussi, Cassazione, conferma disastro

Motivazioni sentenza, obbligo bonifica, ma imputati prescritti

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 20 OTT - "Secondo il diritto vigente, già all'epoca dei fatti per i quali si procede, l'ordinamento conteneva norme volte a tutelare le acque dall'inquinamento e le stesse matrici ambientali". Quindi il ricorso degli imputati che "rilevano l'insussistenza di divieti di interramento in epoca antecedente al 1982", non è fondato sul punto, "l'assunto non ha pregio" dicono i giudici. E' quanto si legge nelle motivazioni della Corte di Cassazione sulla sentenza in merito alla discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara). I giudici confermano che l'area della Montedison era stata inquinata anche nel passato in violazione delle leggi italiane. La sentenza ha dichiarato prescritti gli imputati dal reato di disastro colposo, ma secondo la Cassazione già all'epoca dei fatti, che si dichiarano prescritti nel 1997 e non nel 2002 come da sentenza della Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila, c'erano leggi che vietavano le condotte degli imputati. La sentenza riconosce anche l'avvelenamento delle acque di falda.
   

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