(ANSA) - L'AQUILA, 25 GEN - "Stamani a Roma si è chiuso il
procedimento di primo grado nei confronti del Professor
Ferdinando Di Orio, con la caducazione dell'iniziale accusa di
concussione mossagli dal collega, professor Sergio Tiberti, e la
derubricazione del reato di concussione in quello meno grave di
induzione indebita". Cosi' gli avvocati Mauro Catenacci e Guido
Calvi, difensori dell'ex rettore dell'Università dell'Aquila, in
una nota, commentano la sentenza di condanna del Tribunale di
Roma a tre anni di reclusione del loro assistito, riconosciuto
colpevole di avere indotto il suo collega docente Sergio Tiberti
a consegnargli somme non dovute.
I due legali, che annunciano appello, parlano di induzione
indebita e non di concussione, reato per il quale Di Orio è
stato rinviato a giudizio e sul quale si è aperto il processo a
Roma, rifacendosi alla riforma Severino dell'ottobre 2012. "Si
tratta - si legge ancora nella nota - di una figura introdotta
nel 2012 dalla legge Severino, che prevede la punibilità sia di
chi paga che di chi riceve, e che in questo caso è stata
applicata al solo Prof. Di Orio, e non anche al Prof. Tiberti,
in ragione di un principio di irretroattività della legge
penale".
Per gli avvocati Catenacci e Calvi, quest'ultimo ex
componente non togato del Csm, "se insomma la presunta
commissione dei fatti contestati fosse avvenuta dopo il 2012,
sarebbero stati condannati sia accusato che accusatore. Per
quanto qualitativamente e quantitativamente meno grave di quella
inizialmente ipotizzata, anche questa accusa è comunque ritenuta
dai difensori, del tutto insussistente e verrà pertanto
assoggettata ad appello non appena saranno rese note le
motivazioni della sentenza". (ANSA).
Condanna ex rettore L'Aquila, legali annunciano appello
(V. 'Concussione a docente, 3 anni a ex.....' delle 11:35)