Abruzzo

Trivelle: in piazza per dire no

In Abruzzo la manifestazione in difesa del mare Adriatico

Redazione Ansa

(ANSA) - ROSETO DEGLI ABRUZZI (TERAMO), 12 AGO - Dai sindaci della costa teramana a Carlo Petrini, autorità indiscussa nella valutazione delle scelte ambientali. Dalle associazioni ambientaliste alle considerazioni degli esperti. Dai gruppi locali a Eugenio Finardi, star testimonial dell'evento. Parola d'ordine: informare. E 'Come è profondo il mare' diventa, come aveva voluto direttamente Lucio Dalla, l'inno della battaglia in difesa dei fondali marini. C'erano tutti sul lungomare di Roseto degli Abruzzi (Teramo) per la serata-spettacolo pro-Adriatico. Uno speciale raduno di ambientalisti, professionisti, amministratori locali e soprattutto cittadini e turisti che il mare vogliono viverlo ancora e sempre così com'è. Senza trivelle, senza estrazione di idrocarburi.

Dal palco parole molto dure contro il Governo e le licenze dello Sblocca ("Sbanca" ieri sera a Roseto) Italia per le trivellazioni lungo le coste italiane. Parole e pensieri contrari a scelte che, per dirla con Petrini, "non solo dono dannose ma anche completamente  inutili". Ed è questo il pensiero che tutti condividono a Roseto. Lo condividono come si condivide il mare, in amicizia, spingendo passeggini in mezzo alle bancarelle con l'orecchio sempre attento a chi dal palco avverte che una trivella in mare non è una roba indolore. L'orecchio è attento per se stessi ma soprattutto per chi è nel passeggino: gli adulti di domani. 

Quindi gran finale per la serata con "La scienza in valigia" di Marco Santarelli e con le canzoni di Finardi che ripropone i suoi cavalli di battaglia, da 'Extraterrestre' a 'Musica Ribelle', passando per le 'Ragazze di Osaka', e chiude, anche lui, con un appello 'No Triv': "Siamo una nazione che vive di turismo, delle bellezze centenarie, millenarie, che sono uniche al modo - ha detto il cantautore -. Rischiamo, per qualcosa a breve termine, di rovinare qualcosa che può generare ricchezza eterna. Bellezza morale e estetica. Se roviniamo questo mare rischiamo di pagarne le conseguenze. Allora è necessario far  sentire la nostra voce contro questa cecità e questo sfruttamento indegno del futuro dei nostri figli". (ANSA)

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