Abruzzo

Discarica di Bussi, tutti assolti i 19 imputati

Assolti dal reato di avvelenamento delle acque. Il disastro ambientale derubricato in disastro colposo. Le cosiddette discariche dei veleni della Montedison erano state scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007

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Redazione Ansa

Tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d'assise di Chieti, per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007.  19 imputati sono stati assolti dal reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguarda l'altro capo di imputazione, il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati sono stati giudicati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione.

La Camera di Consiglio della Corte d'Assise di Chieti che ha emesso la sentenza sulla megadiscarica di Bussi è durata cinque ore e ha emesso un dispositivo di sei righe. Nel dispositivo siglato dal presidente Camillo Romandini si legge: "Visti gli articoli 442 e 530 CPP assolve gli imputati dal reato loro ascritto A 'avvelenamento acque' perché il fatto non sussiste. Visti gli articoli 521 e 531 CPP previa derubricazione del reato contestato B (disastro ambientale doloso) in quello di disastro colposo ex art.449 CP dichiara di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione". Le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. I pm avevano chiesto condanne che andavano dai 12 anni e 8 mesi ai 4 anni. I 19 imputati erano fra ex dirigenti e tecnici dell'allora Montedison.

"Il disastro ce l'abbiamo, esiste, e ce lo teniamo". E' questa l'amara conclusione di Augusto De Sanctis, referente del Forum Acque Abruzzo, e storico protagonista delle associazioni ambientaliste per il processo sulla megadiscarica di Bussi. De Sanctis, nel commentare la sentenza che ha assolto tutti gli imputati dall'avvelenamento delle acque e derubricato il disastro ambientale in colposo e quindi il non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione, spiega che "sull'avvelenamento siamo di fronte a una falda che ha un disastro ma che come avvelenamento non sussiste: non ci sono colpevoli pur di fronte all'acqua avvelenata e a un disastro accertato". De Sanctis a questo punto chiede la "riapertura dei pozzi Sant'Angelo, quindi a valle della megadiscarica, che furono chiusi nel 2007 dopo le nostre battaglie, quelli che ancora oggi inquinano, perché evidentemente non sono un reato".

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