(ANSA) - PESCARA, 21 LUG - È durato poco più di 45 minuti
l'interrogatorio di Massimo Maravalle, pescarese di 47 anni
accusato dell'omicidio del figlio adottivo Maxim (5): l'uomo ha
detto di avere soffocato il piccolo nella notte di venerdì
scorso, non con il cuscino - come sostenuto inizialmente - ma
con entrambe le mani, una posta sul naso, l'altra sulla bocca.
Oltre al Gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea,
nel carcere S. Donato era presente anche il pm che coordina
l'inchiesta, Andrea Papalia, e lo psichiatra del Centro di
Salute Mentale della Asl di Pescara.
Il perito informatico è difeso dall'avvocato Alfredo
Forcillo, che ha richiesto un incidente probatorio per accertare
se al momento del fatto Maravalle fosse in grado di intendere e
volere. "Il mio assistito - spiega Forcillo - ha confermato
quello che si sapeva già e ha di nuovo confessato di aver ucciso
lui il figlio forse per un delirio riconducibile alla sua
malattia che era ben controllata fino a quando ha preso i
farmaci; medicinali che poi ha smesso di prendere autonomamente
e senza dire niente a nessuno perché questi farmaci lo
indebolivano e lo facevano star male e una volta che ha smesso
di prenderli, non ha saputo gestire più evidentemente questi
pensieri deliranti che gli facevano ritenere che ci fossero
complotti che potevano provocare al figlio torture e cose di
questo genere". (segue).
Bimbo soffocato da padre: conferma dal gip, l'ho ucciso io
Richiesto l'incidente probatorio per Massimo Maravalle