Trump jr paragona rifugiati a caramelle avvelenate

Redazione ANSA

Sulle orme del padre? L'ultima polemica in ordine di tempo nell'area Trump e' opera di Donald Junior, il primogenito dei figli del tycoon che aspira alla presidenza degli Stati Uniti e che torna a far parlare di se' per via di una controversa incursione su Twitter - mezzo prediletto anche dal padre candidato - in cui ha paragonato i rifugiati siriani a delle caramelle avvelenate scatenando la furia del web e anche la reazione dell'azienda che produce i dolciumi citati. In un tweet Donald Junior ha pubblicato la foto di un recipiente pieno di caramelle e sotto la frase: "Se avessi una ciotola di Skittles (una marca di caramelle, ndr) e ti dicessi che mangiarne tre ti ucciderebbe, ne prenderesti una manciata? Questo è il nostro problema con i rifugiati siriani". Il figlio di Trump ha quindi aggiunto: "Questa immagine dice tutto. Lasciamo perdere l'agenda politicamente corretta che non mette l'America al primo posto". Una sorta di 'manifesto elettorale' con il quale pero' l'azienda che produce quelle caramelle non vuole essere associata: "Gli Skittles sono dolci. I rifugiati sono persone. Noi non pensiamo che sia un'analogia adatta", ha fatto presente a chiare lettere e ha precisato: "Ci asterremo rispettosamente dal fare ulteriori commenti poiché qualsiasi cosa diciamo potrebbe interpretata erroneamente come marketing". Non e' la prima volta che il primogenito del tycoon fa parlare di se' per un intervento giudicato sopra le righe: nei giorni scorsi aveva fatto scalpore quando durante una intervista con una radio di Filadelfia aveva detto che i media avrebbero ''scaldato la camera a gas'' se il partito repubblicano si fosse comportato come quello democratico alle primarie, con allusione alla divulgazione delle email (hackerate) sui tentativi dei vertici Dem di favorire Hillary Clinton su Bernie Sanders. La campagna della Clinton e la Anti-Defamation League hanno puntato il dito contro quello che hanno interpretato come un riferimento all'Olocausto e Donald jr e' stato costretto a chiarire le sue parole, sostenendo di volersi riferire alla pena capitale e non all'Olocausto.

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