Usa 2016, L'ira di Mosca: 'Accuse di Clinton scandalose'

Sale la tensione dopo le accuse a Mosca del candidato presidente per l'attacco hacker ai server del partito democratico

Redazione ANSA WASHINGTON

 Hillary Clinton in vantaggio su Donald Trump: spinta dall'entusiasmo della convention e dalle gaffe del rivale, la candidata democratica avanza nei sondaggi e raccoglie, secondo le rilevazioni della Cbs, il 46% delle preferenze a fronte del 39% del rivale. Un dato che 'nasconde' quanto i due candidati non piacciano agli americani: solo il 9% dell'America li ritiene una buona scelta. E che arriva mentre la tensione resta alta con la Russia per lo scandalo delle email. Le accuse di Clinton a Mosca su un suo coinvolgimento nel cyber attacco ai server del partito democratico per influenzare la politica americana non va giu' al Cremlino. Senza mezzi termini Mosca parla di accuse ''scandalose'' e ''offensive'', che mostrano la debolezza della candidata. ''Gli americani non hanno presentato nessuna lamentale ufficiale'' afferma l'ambasciatore Andrei Krutitskikh, rappresentante speciale di Putin per la cooperazione internazionale nella sicurezza informatica. Il riferimento e' al fatto che le autorita' americane non si sono sbilanciate, limitandosi a parlare di un possibile coinvolgimento della Russia senza pero' presentare una denuncia ufficiale. Anche la Casa Bianca si e' mossa con cautela, cercando di non esacerbare una situazione gia' delicata per il partito democratico e i rapporti diplomatici con la Russia. Hillary, invece, ha puntato il dito scatenando l'ira di Mosca. Le accuse di Hillary non riguardano solo la Russia ma anche Donald Trump, che ha un debole per Putin al quale ha chiesto aiuto per trovare le email sparite dal server di Hillary quando era segretario di stato. Clinton ha descritto la richiesta di Trump come un attacco alla sicurezza nazionale. La Russia e Putin si confermano il tallone d'Achille del tycoon nell'ultima settimana: dopo al sparata sulle email, nelle ultime ore Trump e' stato costretto a intervenire su Twitter per spiegare una sua dichiarazione, che lasciava intendere che non sapesse che la Russia non fosse in Ucraina. "Quando ho detto che Putin non va in Ucraina, volevo dire non va se saro' presidente. E' gia' in Crimea. Con tutte le chiacchiere di Obama sulla Russia e sull'Ucraina, hanno gia' preso la Crimea e continuano a spingere''. Ma Trump e' alle prese con una gaffe ben piu' grande: le sue parole alla famiglia del soldato musulmano ucciso in Iraq. Il partito repubblicano prende le distanze, con il senatore John McCain che denuncia: la nomination non e' una licenza per diffamare. Paul Ryan, lo speaker della Camera, respinge i test religiosi ma, nel criticare Trump, non lo nomina direttamente. Eppure i sondaggi non parlano di vantaggio schiacciante di Hillary che, come il rivale, non piace. Il manager della campagna di Bernie Sanders, Jeff Wearver, ritiene che Trump possa vincere le elezioni. E precisa: Sanders non voleva essere il vice di Hillary, anche se un loro ticket sarebbe stato piu' efficace di quello attuale.

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