Sanremo 2018: Meta-Moro restano in gara ma caso fa discutere

Per Rai brano non viola regolamento. "Siamo stati penalizzati"

dell'inviata Claudia Fascia

Ermal Meta e Fabrizio Moro restano in gara al Festival di Sanremo 2018. "A seguito delle valutazioni effettuate, la Rai ritiene che non si debba escludere dalla gara la canzone di Ermal Meta e Fabrizio Moro, in quanto conforme al requisito di novità previsto dal regolamento", ha reso noto la Rai. Ecco le motivazioni.


Tanto rumore per nulla. Dopo un giorno di discussioni, valutazioni, summit in Rai e angosce consumate dentro e fuori dall'Ariston e sul web (con tanto di campagna #iostoconmetamoro), la vicenda che ha visto coinvolti Ermal Meta e Fabrizio Moro si risolve in un nulla di fatto. O meglio, dopo 36 ore nel limbo dell'incertezza, per la coppia il festival continua. La Rai, fatte le opportune valutazioni, ha ritenuto che il loro brano 'Non mi avete fatto niente' rientra perfettamente nel "perimetro previsto dal regolamento" ed essendo "conforme al requisito di novità previsto" la canzone non è stata quindi esclusa dal festival di Sanremo. La bomba era scoppiata martedì notte, alla fine della prima serata: nel mirino il ritornello, molto simile nel testo e nella melodia a 'Silenzio', brano del 2015 firmato da Andrea Febo, coautore anche del testo di Meta e Moro. Che sono finiti crocefissi, e sub judice, prima del via libera. Nonostante la "riabilitazione", la coppia è apparsa visibilmente amareggiata. "Non c'è dubbio che questa vicenda ci abbia un po' penalizzato ai fini del festival. Si è parlato di plagio, e quando la gente sente plagio - si sfoga Moro - si ferma, prende le distanze, non va ad approfondire e quindi, anche se plagio non è, la macchia rimane comunque. E' quella parola ad avermi fatto più male: su quella canzone - rivendica - ho lavorato un anno. I fatti del Bataclan mi hanno dato lo spunto per andare a ricomporre un nuovo brano riprendendo una cosa su cui avevo lavorato io. E' farina del mio sacco. Poi Ermal ci ha messo del suo". La bellezza, dicono, "se la tiri fuori va conservata".

L'importante, si ripetono, è che ora "comunque siamo in gara con una canzone bella che porta un messaggio importante". Ma la ferita brucia, "Tutti ci conoscente, sapete chi avete davanti, siamo due cantautori. Abbiamo avuto la fortuna di poter trasformare con fatica la nostra passione in lavoro e lo facciamo da molti anni - ribadisce con forza Meta -. Non avete davanti a voi due furbacchioni, non avrebbe avuto senso, le canzoni non ci mancano... Ne abbiamo a sufficienza per fare tre dischi. Siamo sicuri di mantenere intatta la nostra integrità artistica. Noi creiamo e la creatività è infinita come le vie del Signore"​. Per il regolamento del festival, fino a un terzo del brano può essere composto da stralci 'campionati' di canzoni già edite. "Siamo rimasti nei limiti e per di più non abbiamo usato il campionamento di Blu dipinto di Blu, ma di una canzone praticamente sconosciuta - ribattono a chi li accusa di aver "barato" -. Non mi avete fatto niente non era stata scritta per il festival e non ci siamo posti il problema di come farla o non farla, per di più sarebbe bastato cambiare anche solo una nota per evitare tutto 'sto casino".

E qualcuno si chiede perché non l'abbiano fatto. Intanto il brano, vuoi per la bellezza o per le polemiche che si sono innescate, vola in radio, sulle piattaforme e il video firmato Michele Placido, con quasi 800 mila visualizzazioni è tra i più visti dei brani del festival.

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