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Tavola rotonda a Lubiana per 25imo anniversario Osce

Battelli: "PiĆ¹ attenzione per Balcani occidentali"

24 marzo, 19:45
(ANSA) - LUBIANA - Ricorre oggi il 25imo anniversario dell'ingresso della Slovenia nell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che ha avuto non solo un alto valore simbolico, ma anche un'importante valenza politica, poiché in quel momento era ancora incerto il riconoscimento internazionale. In occasione dell'anniversario si è svolta oggi a Lubiana una tavola rotonda per riflettere sulle sfide passate, presenti, e future, insieme al ministro degli esteri sloveno, Karl Erjavec, e al direttore del Centro Osce per la risoluzione dei conflitti, Marcel Pesko. Tra i partecipanti anche l'onorevole Roberto Battelli, deputato della minoranza italiana al Parlamento sloveno, nonché Vice-Presidente dell'Assemblea parlamentare dell'Osce e Rappresentante speciale della stessa per i Balcani sud-occidentali (Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia/FYROM, Kosovo e Albania). "Il 1992 - ha detto Battelli - è stato l'anno del Trattato di Maastricht, ma anche l'anno nel quale la carneficina nella ex Jugoslavia si è spostata dalla Croazia alla Bosnia. E proprio in quell'anno la Slovenia entra da stato indipendente nell'Osce, unico modo per garantire sicurezza e stabilità, adottando sul piano costituzionale i valori fondanti dell'integrazione europea".

Battelli si è poi soffermato sulle sfide nella regione.

"Questi paesi - ha detto - hanno bisogno dell'impegno attento e responsabile della comunità internazionale e dell'Europa in particolare. Le missioni Osce in questi paesi svolgono un ruolo importantissimo di sostegno all'edificazione e alla salvaguardia delle istituzioni democratiche. Ma l'operato dell'Osce deve essere accompagnato da quello delle altre organizzazioni internazionali, prima fra tutte l'Unione europea, che continua a calamitare le speranze di questi paesi. Sono confortanti in questo senso i segnali del rinnovato interesse per l'area - ha aggiunto Battelli - ma forse questi paesi avrebbero bisogno più di una realistica e sincera considerazione, che non di un caotico e destabilizzante interventismo". (ANSA).

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