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La Croazia sceglie il presidente, sfida mai così incerta

Domani al voto, battaglia finale Josipovic-Grabar Kitarovic

10 gennaio, 18:23

 

di Franko Dota

 

 

 (ANSA) - ZAGABRIA - In Croazia si vota domenica per il ballottaggio delle presidenziali, le elezioni più incerte nella storia del Paese, che vedono una sfida all'ultimo voto tra il presidente uscente, il socialdemocratico Ivo Josipovic, e la sua sfidante Kolinda Grabar Kitarovic, diplomatica con una carriera alla Nato, candidata del centro-destra.


Dal primo turno, tenutosi il 28 dicembre, i due candidati sono usciti a sorpresa praticamente allineati - 38,4% a Josipovic, 37,2% a Grabar Kitarovic - smentendo le previsioni dei sondaggi che davano per scontata una larga vittoria del president uscente. Per questo la sfida di domani, oltre a diventare aperta, si è fatta più accesa che mai, ed entrambi i candidati lottano fino all'ultimo voto, ma ancor di più contro l'astensionismo, dopo che che al primo turno l'affluenza e' stata di appena il 47 per cento dei 3,8 milioni di aventi diritto. Nei dibattiti televisivi non sono mancati colpi bassi. Josipovic ha continuato a ricordare che Grabar Kitarovic ha fatto parte, dal 2004 al 2008, del governo di Ivo Sanader, oggi in prigione per vari casi di corruzione. La sua sfidante ha tentato di controbattere accusando Josipovic di essere stato un presidente debole, che non ha voluto usare neanche i pochi poteri a sua disposizione, ma ha solamente girato il Paese pensando unicamente alla propria immagine per assicurarsi una rielezione.

Per vincere Josipovic deve raccogliere ben oltre i 690 mila voti (38,4 per cento) del primo turno, portando alle urne il popolo di sinistra, deluso e stanco non tanto del presidente, quanto del governo di centro-sinistra, guidato da Zoran Milanovic, che nei tre anni al potere non è riuscito a rilanciare l'economia croata. Per questo, sebbene l'economia e le finanze pubbliche non siano materia del capo dello Stato, i due sfidanti puntano, nei loro messaggi, sul rilancio e la ripresa economica del Paese in recessione dal 2009. Un'eventuale vittoria di Grabar Kitarovic, che due settimane fa ha ottenuto contro ogni previsione il 37,2 per cento, staccata di soli 22 mila voti da Josipovic, non dovrebbe però portare a una svolta particolarmente sensibile in politica estera o nell'immagine del Paese. La diplomatica croata è fermamente europeista e appartiene all'ala moderata dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori), che si ispira ai popolari europei. Si dichiara cattolica, a differenza di Josipovic che è apertamente agnostico, ma è, per esempio, a favore del diritto della donna di decidere in materia di aborto.

Una eventuale coabitazione, in attesa delle elezioni politiche previste per fine anno, potrebbe però inasprire il dibattito politico interno, portare a scontri verbali con il primo ministro. Una elezione della candidata di centrodestra avrebbe comunque un enorme impatto simbolico sulle dinamiche interne croate, con una evidente riabilitazione del suo partito, l'Hdz, fortemente penalizzato dai casi di corruzione e malapolitica degli ultimi anni. (ANSA).

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