(ANSA) - ANCONA, 22 GEN - Il protagonismo del mare Adriatico,
da più di duemila anni di storia all'attualità post guerra dei
Balcani e della costruzione dell'Iniziativa Adriatico Ionica. Il
libro 'Storia dell'Adriatico', presentato alla Loggia di
Mercanti, è l'edizione italiana di 'Histoire de l'Adriatique'
del 2001, curato da Pierre Cabanes, professore di Storia antica
all'Università di Parigi X, edito da 'Il Lavoro editoriale' di
Giorgio Mangani, traduzione di Valentina Conti, un volume
arricchito da una parte iconografica con le carte geografiche
storiche dell'area.
"E' chiaro che esiste una koinè adriatica, una comunità
culturale nella quale, in passato, qualcuno ha addirittura
delineato i contorni di un 'homo adriaticus' - ha detto Marco
Pacetti, presidente del Centro alti studi europei -, il problema
attuale è capire se questa figura e questa comunità hanno un
futuro. Pur parlando della storia dell'Adriatico, la domanda è
se questo bacino può diventare un lago interno di un'Europa,
finalmente stabilizzata e allargata a tutte le 'gens' europee, o
resta ancora un mare più di confine? Credo ci siano i migliori
auspici perché questo mare diventi davvero un'area interna
all'Europa perché, dopo il decennio terribile della fine degli
anni '90, ci sono state una serie di iniziative politiche che
sono andate in questo senso e che hanno visto l'Italia, le
Marche e Ancona protagoniste, con la Carta di Ancona,
l'Iniziativa Adriatico Ionica per arrivare alla Mrai, che sta a
segnalare come l'Adriatico venga ormai acquisito come una
questione interna ad un'area-Europa vasta, da allargare a tutti
i Balcani".
L'Adriatico, ha ricordato Fabio Sturani, responsabile della
segreteria del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli,
"malgrado le separazioni storiche dell'Europa, è sempre stato,
anche nella cultura popolare, un mare che unisce e non divide le
popolazioni. Dall'essere zona di confine nelle due Europe del
dopoguerra, oggi l'Adriatico crea opportunità, come quella della
Mrai, nata anche da una capacità dei territori di collaborare
insieme per la sua costruzione. Un lavoro dal basso, che ha
visto le Marche e Ancona protagoniste, che oggi rappresenta quel
valore aggiunto che ci potrà permettere di sviluppare una
politica che veda la centralità del mare Adriatico".
Una centralità con chiari riferimenti storici, ha spiegato
Marco Moroni, già professore di Storia economica all'Università
Politecnica delle Marche, che ha fatto dell'Adriatico "una linea
di frontiera in cui, però, culture e popolazioni si sono
confrontati. Un'area in cui non abbiamo assistito a scontri di
civiltà e in cui, al di là dei momenti di guerra, i territori
sono tornati a incontrarsi e a collaborare". Il libro è stato
realizzato con il contributo della Regione Marche. (ANSA).
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati